Sono giorni intensi, l'atmosfera intorno a noi è molto bella, più che mai positiva. Ieri sull'EasyJet per Palermo la mozione Civoti era maggioritaria. E se un elettore del Pd non mi avesse svegliato, preoccupandosi per l'esito della nostra campagna, sarei rimasto in aereo. E così a Punta Raisi, che quando si sono aperte le sliding doors un signore mi ha chiesto, immediatamente: «Civati, tutto a posto?«. E così per le strade. Tutto sembra più facile di qualche giorno fa e, lo devo dire, mi fa molto piacere, perché è la premessa migliore per un risultato sorprendente, domani, alle primarie. Per tuti noi.
L'altro giorno, però, mi è capitata una cosa, a Torino, che mi ha fatto sorridere. A un certo punto, mi avvicina un signore, con il cappello, che aveva tutta l'aria di qualcuno che volessi salutarmi o chiedermi qualcosa delle primarie. E io ero già pronto, come sempre, a spiegare come si vota, le differenze con gli altri candidati, le questioni che abbiamo a cuore. Ma poi lui mi ha chiesto un'indicazione stradale, voleva sapere come arrivare in via Santa Chiara.
Per dire che non è il caso di montarsi la testa, e di continuare così. Come prima, come sempre. Che noi siamo i gattopardi rovesciati: per cambiare le cose, non dobbiamo cambiare noi. Non dimentichiamolo, è importante. Anzi, fondamentale.
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