Lucia Annunziata saluta l'ennesima verifica di governo in pochi mesi con un pezzo molto duro. Si parla del Letta Bis, che in realtà sarebbe già il Ter, o forse un Tris, perché composto da cose diverse: un po' di questo, un po' di quello, un po' dell'altro. Un po' di larghe intese, un po' di riforme costituzionali, un po' di accordo neocentrista.
Capirete il mio imbarazzo, perché mi tocca ripetere le stesse cose, e ormai mi annoio da solo: prima abbiamo fatto un governo con Berlusconi, citando Moro e Berlinguer ma senza patto di governo. Un governo che doveva durare almeno 18 mesi. Poi (che sfortuna!) Berlusconi è stato condannato, abbiamo comunque abolito l'Imu pro tempore (poco tempore), poi ci siamo accorti che Berlusconi usciva dalla maggioranza, e abbiamo celebrato come se fosse un momento storico (che non era), all'inizio di ottobre, una nuova maggioranza, più piccola, ma più politica e più coesa. Non c'erano più i numeri per la modifica dell'articolo 138 della Costituzione, ma cosa volete che sia. Poi c'è stato il Congresso del Pd, chi chiedeva il voto subito non ha vinto, e allora si è chiesta una nuova fiducia, l'11 dicembre, per andare avanti con le riforme costituzionali e con la maggioranza più piccola ma più coesa, che poi era già meno coesa di ottobre. Poi è intervenuta l'idea di fare un patto di governo, quello che non avevamo fatto in primavera, e già che ci siamo magari un rimpasto, che però non si deve chiamare così, perché sa di vecchio, e allora cerchiamo un neologismo: magari un rimpasting.
La maggioranza non gode da ottobre del sostegno della maggioranza degli elettori del voto di febbraio. Poi c'è stata pure la Consulta a dare una botta micidiale. E ora il Berlusconi già alleato e costituente, poi decaduto e superato di slancio, torna ad essere un interlocutore di primo piano per la riforma elettorale. Alfano, invece, dice cose che nemmeno Salvini per difendere il nuovo (?!) centrodestra da un Pd che chiede cose di centrosinistra. E ogni giorno si balla. Però si va avanti, non certo per 18 mesi, ora ne bastano 12, così intanto aboliamo il Senato (che però non aboliamo, ma lo modifichiamo, e allora uno si chiede perché diciamo che lo aboliamo, ma tant'è).
In tutto questo, non sappiamo nemmeno se sia vero, e se davvero il governo durerà fino al 2015. In ogni caso, continuiamo a dirlo, almeno per un po', poi si vedrà.
A me non pare molto serio, ma evidentemente esprimo un parere di minoranza.
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