Tra soglie (esagerate) e assenze (difficili da giustificare), i rapporti tra Pd e Sel sono ai minimi storici. Vendola aveva cercato per mesi, soprattutto durante le primarie, di dimostrarsi pronto a un accordo con Renzi, confidando in una rapida soluzione (nel senso etimologico della interruzione e dello scioglimento) delle larghe intese. Lo stesso Congresso di Sel si era aperto con l'attesa per l'intervento del segretario del Pd sabato e la conferma di un impegno di Sel nel Pse, a fianco del Pd (che dovrebbe finalmente entrarci).

E invece, complice la discussione sulla legge elettorale e la candidatura di Tsipras, è cambiato tutto in pochi giorni. Sel sta con Tsipras (aggiungendoci un doroteo «ma non contro Schulz), sospende la collaborazione con il Pd e si mette a disposizione del progetto guidato da Barbara Spinelli per una lista civica alle Europee (che parte già con uno scontro tra partiti e società civile: a sinistra non ci si smentisce mai).

Ora, a me pare una questione di una certa importanza: se davvero dovesse mettersi in moto un meccanismo capace di superare il 4% alle Europee (soglia di sbarramento per altro troppo alta, come ho cercato di spiegare), qualcuno potrebbe pensare di andare da solo anche alle Politiche, e sfidare la soglia dell'8% che Renzi e Berlusconi stanno imponendo al dibattito politico in queste ore.

Da quelli del 99%, insomma, a quelli dell'8%.

Una notizia che certo conforterà molti elettori homeless, ma che pone qualche problema a tutti quanti. A chi a sinistra vuole l'alternativa ma pretende che sia finalizzata al governo, certamente. Ma anche a chi, nel Pd, spera di vincere le prossime elezioni. Perché anche con Goldrake, se la sinistra si presenta divisa, vince la destra.

Così, come promemoria.

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