Rispetto alle nomine dei ministri e dei sottosegretari del nuovo Governo non mancano – lo diciamo con pacatezza – motivi di perplessità. E non solo da un punto di vista politico, rispetto al quale si registra la riedizione di una maggioranza le cui divisioni non hanno consentito a Letta un’efficace azione di Governo (che ancora non si capisce perché dovrebbe essere consentita a Renzi), anche con una fortissima continuità personale (soprattutto se guardiamo complessivamente i sessantadue componenti dell’esecutivo, ben ventisei dei quali facevano già parte del precedente). A tutto questo potrebbe aggiungersi che alcuni “tecnici”, in realtà, sembrerebbero ascrivibili a Forza Italia, la cui estraneità a questo Governo pare sempre meno evidente.
Ma queste nomine hanno suscitato dubbi anche seri dal punto di vista della possibilità di svolgere le loro funzioni con trasparenza e in assenza di conflitti con interessi privati, propri o dei loro prossimi congiunti, nonché della presenza di requisiti di capacità, correttezza e onorabilità che funzioni tanto elevate richiederebbero. Proprio per evitare casi personali, come avevamo detto pochi giorni fa, servono anzitutto norme di legge che valgano per tutti, idonee ad escludere preventivamente possibili conflitti d’interessi (come quelle contenute nella mia proposta di legge). Nello stesso modo dovrebbe escludersi la possibilità di nominare alle cariche di Governo chi non è eleggibile nelle assemblee parlamentari perché privo dei requisiti di correttezza e onorabilità o perché, nell’esercizio delle funzioni inerenti ad una precedente carica, è risultato inadeguato o incapace secondo previsione di legge.
Chiusa – suscitando molte perplessità e nessun entusiasmo – la partita delle cariche di Governo si apre però immediatamente quella delle (numerose) nomine nelle società partecipate dallo Stato. L’elenco è stato pubblicato da parte del Dipartimento del tesoro poco più di un mese fa ed il Ministro Saccomanni aveva anche dettato, in una direttiva del 24 giugno 2013, alcuni criteri, anche in base al decreto legislativo 33 del 2013 sugli obblighi di trasparenza. In questa direttiva si fissano requisiti di eleggibilità che dovrebbero essere maggiormente definiti e integrati, ad esempio in relazione al numero massimo di mandati, al cumulo di cariche (da escludere), ai risultati conseguiti in precedenti incarichi (pubblici e privati), prevedendo, infine, naturalmente, l’esclusione degli incandidabili nelle assemblee elettive che – secondo il Consiglio di Stato (sent. 5222 del 2013, di cui avevamo parlato qui) – sono «radicalmente inidonei» a ricoprire cariche pubbliche. Appunto.
Ma anche sulle procedure di selezione il lavoro da fare, rispetto alle pur positive innovazioni della direttiva, sembra ancora molto, non essendoci suffuciente chiarezza – ci pare –, ad esempio, sul ruolo delle società specializzate, né sulla fissazione dei criteri generali (anche in relazione all’eventuale conferma dei vertici in carica, in relazione ad una valutazione dei risultati) o, infine, sulla relazione di sintesi.
Molto, insomma, è ancora da fare, come ha sottolineato anche su Il Sole 24 ore di sabato 1 marzo Luigi Zingales, che pensa a potenziare il ruolo delle società di head hunting responsabilizzandole adeguatamente, giungendo poi, come criterio ultimo di individuazione del singolo, all’ipotesi del sorteggio, che da Clistene in poi ha trovato molti estimatori, pur non mancando di suscitare in molti altri scetticismo. Indicazioni utili per sviluppare un sistema di selezione rigoroso ed oggettivo si possono peraltro già trovare anche in atti normativi adottati dagli enti locali più sensibili per le nomine di loro competenza (come, ad esempio, è avvenuto nel Comune di Milano).
Non rimane al nuovo Governo che mettersi rapidamente all’opera per assicurare, d’ora in poi (perché fino ad ora non è stato così), la nomina di persone capaci ed in grado di svolgere queste funzioni con disciplina ed onore, in assenza di conflitti d’interessi. In Parlamento vigileremo su questo e lavoreremo per l’approvazione di misure in tal senso.
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