Ci stanno dicendo che il testo della Camera è brutto forte ma che al Senato migliorerà. Intanto lo votiamo così, con buona pace delle soglie, della questione di genere, del rapporto tra elettore ed eletto, della certezza e della conoscibilità del proprio voto.
Ora, mi chiedo perché dovrebbe cambiare qualcosa se in due mesi – da gennaio a oggi – le cose sono solo peggiorate: perché all’accordo sono state aggiunte cose platealmente sbagliate e passibili di rilievi costituzionali, come l’incredibile decisione di consentire le candidature in più collegi.
E perché dovrebbe cambiarle il Senato, lo stesso Senato che per altro, in questa stessa legge, aboliamo (almeno psicologicamente)?
In Senato, lo ricordo, il Pd ha meno voti che alla Camera. E Berlusconi è altrettanto decisivo. Perché votare male nella Camera in cui siamo più rappresentativi e augurarsi che l’accordo possa cambiare, in modo significativo, in un secondo tempo?
Un po’ di logica non farebbe male.
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