In vista di quello che abbiamo chiamato «buon giorno» (il 29 marzo scatta il giorno legale) e alla luce dell’urgenza di una moralizzazione del sistema che trova ancora pochi interpreti nel dibattito pubblico, vorrei riprendere quanto mi ha detto ieri Francesco Greco, che ho incontrato a margine di un’audizione in Commissione Giustizia al Senato.

La sua riflessione riprende tesi che Greco ha già avuto modo di illustrare più volte (ad esempio qui).

E mentre il governo ritira il decreto sulla Voluntary disclosure (facendo cadere quindi anche il mio emendamento sull’autoriciclaggio, che con Lucrezia Ricchiuti trasformeremo in un progetto di legge) è proprio qui che dobbiamo puntare: sulla spending review della criminalità economica, che vale più di tutte le altre cose di cui avete sentito parlare. Sia in termini quantitativi che in termini qualitativi, per un miglioramento complessivo del sistema.

Greco dice che attivare un percorso legislativo di quel tipo significherebbe fare una patrimoniale non verso i risparmiatori onesti, ma verso chi, in modo disonesto e furtivo, ha sottratto al fisco e alla collettività somme ingentissime nel corso degli anni. Una patrimoniale all’estero, la definisce, con uno slogan che tutti possono comprendere.

Ecco, se vogliamo fare rivoluzioni e svolte e cambiamenti epocali, questo dovrebbe stare al primo posto. In assoluto.

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