Renzi dice che il Pd punta al 40% alle Politiche. Non ho motivo per non sostenere con lui questo obiettivo, anzi, come sapete, avrei voluto misurarlo subito, con le Europee o giù di lì.

Avremmo avuto un nuovo Parlamento, eletto con un nuovo programma, e magari qualcuno che governasse il Paese con i voti dei cittadini, senza ribaltoni o larghe intese o frattaglie di questo o quel gruppo a costituire maggioranze che non ha votato nessuno. Maggioranze che andranno avanti fino al 2018, invece.

Mi si dirà: ma non abbiamo una legge elettorale adeguata. Infatti, rispondo, avremmo dovuto cambiarla perché fosse pronta per il voto, mentre l’Italicum (oltre a essere il nuovo Porcellum) non ci consente di votare in ogni caso prima del 2015 inoltrato (prima bisogna togliere di mezzo il Senato).

Ma c’è di più: se Renzi fosse davvero convinto di fare, come Pd, il 40%, potremmo votare subito. Perché, con il Consultellum, ovvero ciò che rimane del Porcellum senza premi di maggioranza e liste bloccate, abbiamo un proporzionale con preferenze e soglie di sbarramento del 2% e del 4% (8% e 3% su base regionale per il Senato).

Ciò significa che un Pd al 40% e oltre, magari alleato con qualcuno, potrebbe contare sulla stragrande maggioranza dei seggi non distribuiti alle altre forze politiche che non superassero le soglie e governare con un mandato pieno degli elettori (non solo quelli delle primarie e con il Parlamento formato da chi rappresenta le primarie che Renzi aveva perduto).

Insomma, se siamo convinti del 40% e con un Berlusconi che non sta poi così bene, andiamo a votare. Anche subito. Andiamo a vincere, senza le ulteriori ambiguità delle larghe intese, senza cambi di premier in corsa. Anche perché mettete che cosa accadrebbe se non dovesse passare la riforma del Senato che dice Renzi: si dovrebbe dimettere (a sentire lui, perché io la trovo una cretinata) e saremmo daccapo. Alla ricerca di un altro premier, per fare la legge elettorale. E così via, all’infinito.

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