Sinibaldi

Per un pensiero più lungo e più largo, lungo nel tempo (verso il futuro) e largo nello spazio (apertura alle differenze e alterità), vale la pena di leggere il libro di Marino Sinibaldi, Un millimetro in là. Intervista sulla cultura, a cura di Giorgio Zanchini, Laterza.

Sono molte le consonanze che ho trovato tra questa intervista e il mio piccolo libro (financo nella scelta delle fonti e dei riferimenti storici e bibliografici) e ci sono molte cose che mi sono piaciute (l'evaporazione del potere, l'uguaglianza come a priori, la cultura come strumento di autonomia e di libertà).

Un passaggio però mi ha colpito particolarmente, è dedicato alla rete e ve lo propongo qui di seguito:

Lì accade qualcosa che non era mai accaduto: minoranze perfino infime come i teatranti, i tifosi di sinistra della mia squadra di calcio o gli appassionati di manga in Italia, trovano qualcosa che li interessa e li sostiene. Una rete appunto. Immagina il ragazzino appassionato di fumetti giapponesi che cresce in un piccolo centro italiano, che so Ovada, Soverato o Lucignano. Al bar tutti parlano di calcio e lo considerano un eccentrico sfigato che sta per conto suo. Fino a qualche anno fa. Perché ora quel ragazzino ha una serie di collegamenti e amicizie con appassionati di manga in tutto il mondo che gli altri al bar se li sognano. In Rete è perfino un’autorità conosciuta e apprezzata. Il suo scenario mentale è cambiato, anche se magari al bar gli appassionati di calcio continuano a considerarlo uno sfigato (con la tv sarebbe stato diverso: partecipava a un quiz, vinceva qualche milione e diventava gloria locale. Ma il suo universo mentale sarebbe rimasto pressoché immutato). Se c’è un desiderio che Internet fa esplodere, è il desiderio di relazione, di socializzazione, di appartenenza. Anche in forme apparentemente minoritarie, di liberazione dalle egemonie culturali.

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