Ecco, leggendo alcune cose sul Front National, ho capito da dove nascono i nostri problemi: perché la sinistra per funzionare ha bisogno di calore (una temperatura più alta), di una posizione che immagini un’alternativa (non ditelo più, per favore, che “non ci sono alternative”) e che non perda mai di vista la logica dell’alternanza con la destra, di uno spiccato senso della critica dell’esistente (che peraltro non è il massimo, come esistente), della razionalità, certamente, ma accompagnata e stimolata da una porzione non piccola di indignazione. E ha bisogno di un profilo collettivo, di partecipazione e di rappresentanza, che non deve perdere mai.
Senza questi ingredienti, la sinistra rischia di diventare solo una forma ombelicale di governismo, da un lato, e di populismo moderato (che fa un po’ sorridere, sembrando un ossimoro), dall’altro. E lascia troppo spazio a chi sceglie una via più diretta, e violenta, che usa gli stessi ingredienti per portare paesi interi da un’altra parte. Rivolgendosi ai ceti sociali che dovrebbero essere naturalmente aperti al discorso della sinistra.
Ai sondaggi non credo, ma ne ho letto uno che mi ha spaventato: chi vota meno (pochissimo) la sinistra sono i giovani e i poveri. Al di là di tutto, questo è un problema gigantesco.
P.S.: il paese soffre. Ci vuole coraggio, certamente, ma ci vuole anche umiltà. Che poi chi l’ha detto che coraggio e umiltà siano da contrapporre? Ecco.
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