Ora, capisco tutto, ma che il governo non si sia nemmeno degnato di rispondere al Comune di Milano mi sembra un fatto di enorme gravità. La questione dei profughi siriani è tra le prime cose che un Paese che vuole cambiare dovrebbe affrontare. Anche se non porta voti, per capirci. Perché è tutto bellissimo, ma mi pare che rischiare l’impopolarità in casi come questi sia necessario.
Sono più di diecimila profughi accolti.
Serve un piano nazionale per l’organizzazione dell’accoglienza (estendendo ai non richiedenti lo Sprar), strutture ulteriori nel territorio milanese (il Cie di via Corelli è chiuso e inattivo al momento, dovrebbe riaprire tra alcuni mesi: nel frattempo potrebbe servire a luogo di accoglienza ulteriore), serve un permesso temporaneo per motivi umanitari (sull’esempio dell’emergenza Tunisia del 2011) che permetta a questi profughi in transito, non richiedenti asilo in Italia e quindi invisibili di circolare liberamente nel territorio continentale, svincolandoli dai viaggi illegali organizzati dalle organizzazioni criminali.
Serve quasi tutto, insomma.
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