Questa mattina sul Corriere della sera Michele Ainis interviene molto duramente sul tema che abbiamo posto più volte in questi mesi (fino a lanciare il Progetto 2 giugno), quello della partecipazione, denunciando come la riforma costituzionale in cantiere non solo non faccia nulla per valorizzarla ma anzi la mortifichi.
Questo avviene soprattutto con l’innalzamento delle sottoscrizioni per le leggi di iniziativa popolare e per il referendum. Ma – ci permettiamo di aggiungere – anche non prevedendo una garanzia per l’approvazione delle proposte di legge dei cittadini e la possibilità delle sottoscrizione elettronica (già prevista per l’ICE), come avverrebbe se fosse approvata la mia proposta di legge costituzionale “per la promozione della partecipazione politica dei cittadini”. Sulla stessa linea, volta a diminuire la partecipazione, vanno, del resto, anche una legge elettorale con liste bloccate e candidature plurime e un Senato di nomine partitocratiche (come anche recentemente ha spiegato Stefano Rodotà). Lo abbiamo ricordato qualche giorno fa alla vigilia del Politicamp di Livorno; e ne abbiamo parlato lungamente a Livorno, dove tutti coloro che sono intervenuti alla tavola rotonda sulla partecipazione (Barca, Chiti, Fabozzi, Landini, Pertici, Schlein) hanno sottolineato la necessità di una maggiore partecipazione.
A questo dovrebbe mirare anzitutto la riforma costituzionale: cerchiamo di ricordarcelo, prima di approvarla.
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