Caro Travaglio,
ho letto con molto interesse i dieci punti della Vostra proposta per una “Democrazia partecipata”.
Si tratta di punti che non solo in gran parte condivido ma di molti dei quali mi sono fatto già promotore fuori e dentro il Parlamento.
Di questi temi abbiamo parlato al Politicamp di Livorno nello scorso fine settimana, iniziando i nostri lavori proprio sui temi della partecipazione, curati da Andrea Pertici: dal rafforzamento della democrazia diretta alla previsione di istituzioni davvero rappresentative, cioè scelte dai cittadini con leggi elettorali che assicurano il rapporto elettori-eletti. Su questo si impegnerà anche Possibile, l’associazione che a Livorno abbiamo lanciato come momento di incontro, sulle grandi scelte popolari, di tutta la sinistra repubblicana, larga e aperta a tutte le forze politiche e alle associazioni che si riconoscono in questo campo, che deve crescere e divenire maggioritario.
In Parlamento ho portato avanti molti dei punti che Voi indicate. In particolare mi sono impegnato – presentando anche in Senato una mozione – per un sistema elettorale uninominale maggioritario (basato su quello della legge elettorale Mattarella nella versione che era prevista per il Senato, cioè senza listini bloccati e scorporo); ho quindi presentato lo scorso autunno una proposta di legge sul conflitto d’interessi, ispirata al sistema americano e in grado di separare davvero gli interessi privati da quelli pubblici; ho poi depositato – prima che lo facesse il Governo – una proposta di revisione costituzionale per superare il bicameralismo paritario, con forte riduzione del numero di deputati e senatori, la fiducia alla sola Camera e un generale miglioramento dell’efficienza delle scelte da compiere; più recentemente, infine, sono stato promotore di una proposta sulla partecipazione, che ha tra i punti centrali l’abbassamento del quorum del referendum abrogativo e l’effettività dell’iniziativa legislativa popolare, con la sottoposizione all’approvazione con referendum di quelle che non saranno approvate dal Parlamento.
Su queste basi, quindi, credo che possiamo procedere insieme sui punti condivisi, perché si facciano riforme che abbiano davvero il segno del cambiamento, per aumentare la consapevolezza dei nostri concittadini verso riforme buone.
Grazie per l’attenzione e molti saluti,
giuseppe civati
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