Tutti si sciacquano la bocca con il contratto unico a tutele crescenti. Bene, pare banale ma va ribadito: è unico se è unico. Significa che me lo fai, ed entro un periodo ragionevole (tre anni) o mi assumi o ci salutiamo. E ci salutiamo, non è che me ne puoi fare uno scegliendolo tra i 46 attualmente in vigore. Altrimenti non è più unico, lo dice la parola stessa.
A tutele crescenti: per esempio, dopo un anno ho diritto a una piccola liquidazione, dopo due ho la maternità, dopo tre ho tutti i diritti che hanno gli altri. Se dopo tre anni sono precario quanto prima e posso venire sbattuto a casa a calci nel sedere le “tutele” non sono “cresciute”: non è nemmeno diritto del lavoro, è semantica.

Così Paolo, sul dibattito del momento (a proposito di disintermediazione).

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