Grazie a Giampaolo Coriani.
L’articolo 18… L’articolo 18… Io ho sentito qualcuno in televisione che ha detto che noi volevamo togliere dei diritti… Ma l’articolo 18 non tocca il diritto di nessuno che ha un lavoro. L’articolo 18 dice soltanto che chi non ha tutele, perché voi sapete che in Italia abbiamo gli ipertutelati, i tutelati e i “nientetutelati”… Noi vogliamo estendere questo sistema di diritti a chi oggi i diritti non li ha.
E dicevamo: se delle imprese che oggi non possono espandersi, perché quando si arriva oltre i 15 collaboratori si deve applicare lo Statuto dei lavoratori, molti imprenditori dicono “no, mi fermo”. Bene, noi per fare espandere queste imprese e dare loro modo di creare nuovi posti di lavoro dicevamo: “se aumentate il numero di collaboratori, anche a questi nuovi collaboratori, che sono da prendere quindi tra coloro che sono disoccupati o non ancora occupati, avranno lo stesso trattamento degli altri 15”. Quindi si dà un lavoro a chi non ce l’ha.
Per il Sud, per un periodo sperimentale e temporaneo, mi sembra di quattro anni, abbiamo detto: chi ha un lavoro a tempo determinato, quindi che quando scade il tempo va a casa, non ha nessuna protezione, nessuna tutela, se invece si cambia quel contratto, da tempo determinato a tempo indeterminato, quel lavoratore, se un giorno sarà licenziato senza giusta causa, non potrà chiedere, affrontando un processo che dura 3, 4 o 5 anni, di essere reintegrato nell’azienda, ma potrà chiedere un’indennità pecuniaria, in denaro. Vi sembra che sia togliere i diritti a qualcuno o non invece dare diritti a chi non ne ha? Questo è l’articolo 18.
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