Non confondo mai questioni religiose con questioni politiche, ma è impossibile rimanere indifferenti a quanto sta discutendo il Sinodo mentre il Parlamento è fermo al punto che non si è ancora sbloccata al Senato la legge sull’omofobia (che non era la legge più avanzata del mondo, tra l’altro). E le unioni civili si discutono più in una certa villa di Arcore che nelle sedi istituzionali. E una parte del governo addirittura si oppone violentemente, rivendicando i valori tradizionali e la conservazione della famiglia classica (che poi vorrei sapere se nel frattempo anche le famiglie classiche non siano cambiate, come sembra), in un gioco delle parti tra alleati che un Paese civile non dovrebbe meritarsi, né sopportare.

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