La sinistra del futuro è il mungitore sikh con bandiera rossa o Fabio Volo con telecamera?
Così ‘attacca’ oggi il pezzo di Aldo Cazzullo sul Corriere. E via di contrapposizioni al limite della caricatura, per usare un eufemismo.
La domanda vera però è un’altra: chi ha contrapposto i due esempi di Cazzullo? Chi continua a mettere i giovani contro i vecchi (e non sto parlando dei politici, ma dei lavoratori) o ad attaccare con le stesse parole della destra quella sinistra che dovrebbe rappresentare? Chi divide il Paese e lo stesso partito che dovrebbe governare?
Perché ieri, appena arrivato in piazza, una signora mi ha fatto la domanda corretta: «la devo fischiare o stringerle la mano?».
Così come molti pensionati erano preoccupati per i giovani (i figli, i nipoti) e mi hanno raccontato della difficoltà di aiutarli, perché non ci riescono più.
Così come molti amici, per strada, non potevano credere che il premier usasse le stesse, identiche parole adottate contro la manifestazione del 2002 da (ben altro) premier.
Così come lo sguardo delle persone, ieri, non era di sfida, non era polemico, era preoccupato e spaventato e deluso, perché tutto si aspettavano tranne che certe cose, certi atteggiamenti, certe parole provenissero dal partito che molti, moltissimi avevano votato anche alle ultime elezioni europee (c’era più di un tesserato al Pd, ieri, in piazza, in alcuni casi si dichiarava confessandolo a bassa voce).
Così come molti che lavorano in fabbrica e sono precari e sono finte partite Iva non possono credere che sia il Pd a dire che se il Paese fallisce è colpa esclusiva e somma dei sindacati, mentre i paradisi fiscali (che il premier guarda caso non cita mai, provate a controllare su google) manifestano alla Leopolda, dicendo che bisogna superare il diritto di sciopero (con una ministra del governo, eletta anche con i voti della Cgil, che dichiara beata: «non aggiungerei altri temi alla riforma»). Il finanziere suggerisce, sicuro di sé come solo i finanzieri sanno esserlo, di guardare un po’ a quello che fanno «in Cina e in Russia». Che non ci avevo mai pensato, ma in effetti un «modello cinese» potrebbe essere una delle prossime proposte dell’esecutivo. Chissà se Poletti raccoglierà.
Del resto, mentre i finanzieri finanziano la corrente del premier, la corrente del premier chiede – scandalizzata – quanto costi la manifestazione della Cgil. Altro argomento perfettamente berlusconiano: sono là perché li hanno pagati. Che classe, che stile, che sinistra! Sull’ultimo «che» andrebbe aggiunto un punto di domanda. Grande come la piazza di ieri.
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