Sui giornali è passata la voce che la minoranza del Pd avrebbe presentato centinaia di emendamenti.
Diciamo che le cose non stanno proprio così e che la minoranza del Pd, anzi, praticamente tutte le minoranze hanno presentato 9 (nove) emendamenti politici, che riguardano la distribuzione più egualitaria degli 80 euro (grazie all’Isee, come avevo spiegato a Ballarò), una maggiorazione della tassa di successione (argomento questo sì tabù, ma siccome è un argomento tabù della destra lo si rispetta…), un aumento delle previsioni per la nuova Sabatini, il recupero di risorse per il fondo contro il dissesto idrogeologico e altre cose di cui parleremo nei prossimi giorni (e che oggi sono riportate su Repubblica, che però come altri fa confusione: delle centinaia di emendamenti presentati dal Pd, i nostri sono solo nove, appunto, gli altri li hanno presentati i parlamentari del Pd nel loro complesso).
Nessun complotto, come al solito: al massimo c’è da chiedersi come mai i parlamentari che sostengono il governo così convintamente abbiano dovuto presentare così tanti emendamenti.
Poi, se volete la mia, avrei fatto una manovra completamente diversa. Non è benaltrismo, è tuttaltrismo.
Avrei destinato i quasi 10 miliardi degli 80 euro per il reddito minimo garantito, alleggerendo il peso fiscale dei contribuenti (tutti i contribuenti, non solo chi è assunto a tempo indeterminato) che oggi ricevono gli 80 euro con una riforma delle aliquote in senso più progressivo (chi ha redditi superiori a 100.000 euro dare una mano, diciamo). Avrei evitato uno sconto generalizzato dell’Irap, subordinando le riduzioni a investimenti, contrattualizzazioni, conversione ecologica e altri parametri di innovazione. Avrei evitato il bonus bebè per investire sugli asili nido, non avrei fatto pasticci con il Tfr e con le pensioni integrative.
Ciò che si potrà fare lo vedremo nelle prossime settimane: per ora le cose stanno così e il governo pare intenzionato a cambiare solo le virgole. E in alcuni casi nemmeno quelle.
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