Che bella scoperta (…che il Mezzitalicum è peggio dell’Italicum): sulla legge elettorale è ancora stallo.
Ai problemi su soglie di sbarramento e premio di maggioranza (che alcuni vorrebbero alla coalizione e altri al singolo partito) si unisce – adesso – la considerazione per cui nell’Italicum, licenziato in tutta fretta alla Camera dei deputati lo scorso 12 marzo (cioè quasi nove mesi fa), manca un sistema elettorale per il Senato.
La cosa incredibile è che su questo si richiami l’attenzione soltanto ora, come se fosse una sorpresa, un segreto per svelare il quale c’è stato bisogno di un Presidente emerito della Corte costituzionale, cui si è subito unita la Presidente della Commissione affari costituzionali del Senato.
In realtà, da parte nostra avevamo espresso già molte perplessità non solo sull’Italicum in generale ma anche proprio sulla sua limitazione solo alla Camera dei deputati. E infatti, avevamo sperato che si potesse prendere nota di quanto scriveva – circa nove mesi fa – Andrea Pertici, per cui Mezzo Italicum è peggio di uno intero, evidenziando come – chiaramente – finché la Costituzione prevede un Senato elettivo questo deve avere una legge elettorale. Possibilmente non troppo diversa da quella della Camera per evitare pasticci come quelli cui ci ha condotto il Porcellum (se non peggiori).
Se, infatti, si arrivasse anche ad approvare l’Italicum come uscito dalla Camera (e non sembra sia aria) per il Senato continuerebbe a doversi applicare il Porcellum rivisto e corretto dalla Consulta, cosa che produrrebbe due Camere con maggioranze politiche diverse. Un capolavoro.
Naturalmente siamo rimasti inascoltati.
Così oggi, a più di un anno dal giorno in cui il Senato prese atto di non avere una maggioranza (soprattutto di “larghe intese”) sulla riforma elettorale, tutto è di nuovo bloccato anche per la scoperta dell’ovvio: che dovendo eleggere due Camere una legge elettorale per una sola serve a ben poco.
È importante averlo scoperto. No?
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