Così oggi Michele Ainis sul Corriere, a proposito del rompicapo perfetto che disorienta i cittadini, come recita il titolo dell’articolo.
Segnalando che anche qualora si estendesse l’Italicum al Senato, si rischierebbe il pasticcio di “andare al ballottaggio con due coppie di ballerine differenti”.
E pensare che Ainis è stato a lungo favorevole al “combinato disposto” riforme costituzionali-riforma elettorale. Ora, come molti altri, registra incongruenze e contraddizioni d’ogni sorta: anche quella che vorrebbe approvata la legge elettorale solo dopo la riforma del Senato. Che sarebbe logico, ma dove è finita l’urgenza di vedere approvata la legge elettorale come assoluta priorità?
Il problema sta nel manicum, ovvero nella scelta dell’Italicum: un sistema a doppio turno nazionale (e non di collegio, che sarebbe tra l’altro molto migliore) che male si adatta a un sistema bicamerale. Che infatti deve essere superato necessariamente per far funzionare l’Italicum. Il più classico degli hysteron proteron e un impegno discutibile sotto il profilo costituzionale: la Costituzione va modificata in base (o, meglio, in previsione) di una legge elettorale e non viceversa, come invece dovrebbe essere.
Da qui i mille problemi di una legge talmente urgente che rischia il rinvio.
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