Ci sono ancora tutte le leggi vergogna a cominciare dalla perniciosa cancellazione del falso in bilancio, sulla corruzione sono stati prodotti decine di testi che non hanno fatto nient’altro che bloccarsi l’un con l’altro, il conflitto d’interessi è stato puntualmente rinviato: eccezion fatta per il reato di autoriciclaggio, su cui ci siamo molto impegnati, che ha visto la luce dopo undici mesi di discussione, tutto il resto è al punto di partenza.
Certo, a ogni episodio, si strepita: prima l’Expo, poi il Mose, poi Mafia Capitale, è tutto uno strapparsi le vesti e chiedere misure draconiane, leggi speciali e d’emergenza. Poi tutto torna, placidamente come prima.
Liana Milella lo scrive sul suo blog:
“Noi abbiamo nominato Cantone”. Detto uno, dieci, cinquanta volte. Da Renzi e da quelli del Pd. Come presunto tagliando ormai fatto nella lotta alla corruzione. Eh no, miei cari, Cantone non basta. Lui è bravo. Con quel piglio simpatico che non guasta. Una macchina macina lavoro, a guardare gli interventi fatti dalla sua Authority in poco tempo. Ma Cantone davvero non è sufficiente. Soprattutto non può essere la foglia di fico per coprire tutto il resto che si sarebbe dovuto fare sulla corruzione, e invece non si è ancora fatto. Si è annunciato certo, ma non si è fatto. Questo è un dato incontestabile, e bene fanno i magistrati a parlarne e a criticare il governo e la debolezza delle iniziative (checché ne dica Renzi che li invita a tacere proprio come faceva Berlusconi). E chissà quanto ci vorrà per farlo, supposto che si faccia in tempo e non si vada a votare prima. Una legge seria per alzare le pene della corruzione in modo da farne un vero deterrente per chi delinque. Una prescrizione bloccata almeno con il rinvio a giudizio. Il falso in bilancio punito con 5 anni. Interventi di cui si parla da anni, e sui quali si sono già persi mesi di tempo. Alcuni disegni di legge ci sono, ma sono insufficienti. E i tempi parlamentari sono biblici. Allora si dica la verità, e non ci si copra dietro Cantone.
Tre anni fa andammo a Canossa (per chiedere scusa, a nome della politica), l’anno scorso scattò il Giorno legale, con un primo confronto sui temi e le questioni che solo pochi, per la verità, consideravano così rilevanti.
Grazie al lavoro di Salvo Tesoriero, Lucrezia Ricchiuti e Davide Mattiello, torna il Giorno legale anche per il 2015. Segnatevi la data: 28 marzo.
Ecco i punti che svilupperemo nelle prossime settimane, in Parlamento e nel dibattito pubblico:
Contrasto alla corruzione: leggi giuste contro un fenomeno gravissimo
Ogni giorno emergono episodi di corruzione nelle istituzioni, a tutti i livelli di governo. Come se Tangentopoli continuasse da oltre vent’anni: con “mafia capitale”, le vicende dell’Expo e del Mose, la P3 e la P4, per citare soltanto alcuni esempi. Contro tutto questo è necessario fornire strumenti più efficaci alle autorità incaricate di contrastare la corruzione. Questo deve avvenire sia sul piano delle prevenzione che su quello della repressione.
a) Prevenzione della corruzione
Va disciplinato il conflitto di interessi (situazione che riguarda tantissimi, in Italia, non solo uno) e costruito un “codice di comportamento della politica” (trasparenza nei finanziamenti pubblici e privati e nei bilanci dei partiti, procedure di nomina negli enti pubblici, selezione delle candidature alle elezioni (attraverso primarie disciplinate per legge), incandidabilità alle cariche pubbliche.
b.) Repressione della corruzione
Strumenti di indagine “rafforzati” sono già attivi nel campo del contrasto alla mafia. Gli stessi possono essere estesi, in maniera calibrata, ai reati legati alla corruzione (ad esempio, utilizzando per l’indagine agenti sotto copertura). Allo stesso modo, vanno introdotti incentivi per chi denuncia e collabora.
Va, poi, modificato l’apparato sanzionatorio dei reati di matrice corruttiva, non solo innalzando i minimi della pena detentiva, ma soprattutto introducendo efficaci sanzioni pecuniarie parametrate al profitto del reato.
La lotta all’evasione per un fisco giusto
L’Italia rimane un Paese ad altissimo tasso di evasione fiscale che viene pagata dai cittadini onesti con tasse sempre più alte. Ecco allora che proponiamo una revisione delle aliquote che renda effettiva la progressività di cui all’articolo 53 della Costituzione, facendo sì, però, che sia pagato da tutti ciò che è dovuto, con sanzioni effettive per chi evade.
Contro le leggi vergogna: reintrodurre il falso in bilancio e riformare la prescrizione
a.) falso in bilancio
Va riformata la disciplina e l’apparato sanzionatorio del falso in bilancio, rafforzandone l’effettività
b.) prescrizione: la legge Cirielli, debole con i forti e forte con i deboli, va abrogata
La prescrizione, nel processo penale, così com’è disciplinata ora, non funziona. O meglio, funziona fin troppo, uccidendo processi prossimi alla sentenza. Con un dispendio irrazionale di risorse, innocenti e vittime senza verità, e furbi impuniti. La prescrizione deve decorrere esclusivamente dal momento in cui si consuma il reato al momento in cui lo Stato esercita l’azione penale. Da quel momento in poi, va invece garantita la ragionevole durata del processo, attraverso altri strumenti che non conducano all’estinzione del reato.
Lotta alle mafie, in Italia e in Europa
Da condurre anche con azioni legislative di dettaglio: con la revisione della disciplina sullo scioglimento degli enti locali per infiltrazione mafiose (da estendere ai consigli regionali); impegnandosi ad una migliore gestione dei beni confiscati e costituendo di un’autorità nazionale sulle cave.
Mafie, narcotraffico, corruzione e criminalità di impresa travalicano sempre più le frontiere nazionali: la Procura europea, di prossima costituzione, deve avere competenza su questi reati.
Per una giustizia (civile e penale) sostenibile e sostenuta
Sostenibile, calmierando la “domanda di giustizia” con l’introduzione della possibilità di non esercitare l’azione penale in caso di fatti particolarmente tenui.
Sostenuta, perché bisogna investire sul servizio giustizia destinando più risorse, ma soprattutto razionalizzando la loro allocazione e dando trasparenza e centralità al Fondo Unico Giustizia.
Cinque priorità, più una: l’emersione della Legalità sommersa
Prima e al di là di ogni norma: l’Italia è un Paese in cui la maggioranza dei cittadini, degli amministratori pubblici, degli imprenditori, dei professionisti onesti sono ostaggio di cricche, comitati d’affari, centri di potere illegale che alimentano e praticano ogni forma di corruttela. Il Giorno Legale dà voce, ascolto, dignità e prospettiva ad ognuno di loro.
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