Il libro di Sebastiano Mauri, Il giorno più felice della mia vita. Ogni coppia ha diritto al suo sì (Rizzoli), è un libro che dovrebbero leggere molti di coloro che non comprendono perché l’Italia dovrebbe rimanere uno dei pochissimi paesi europei a non consentire i matrimoni delle persone dello stesso sesso.

Mauri discute la questione con molta precisione e misura, sottolineando – nel passaggio più convincente – l’aspetto discriminatorio che tocca ai bambini delle coppie gay, che non è però quello che qualcuno si aspetterebbe: (si veda alle pagine 129 e 130):

L’unico svantaggio per le famiglie omogenitoriali, a quanto riporta lo studio [dell’Università di Melbourne], è rappresentato dalla sofferenza che causano gli atti di discriminazione cui possono andare incontro. Guarda caso, i bambini sono quelli che ne sono più influenzati.

Insomma, la profezia che si
autoavvera: chi pensa che i miei figli saranno infelici per essere i miei figli è chi rende infelici i miei figli altrimenti felici.

L’altro giorno ne discutevano con Sergio Lo Giudice, a proposito della legge sulle unioni civili che forse verrà approvata in Parlamento (in attesa magari di concludere l’iter della peraltro discutibile legge sull’omofobia, ancora ferma in Senato): si toglie la parola matrimonio, si toglie la reversibilità, si toglie l’adozione, si toglie la Stepchild Adoption… A questo punto si possono togliere anche i gay e il gioco è fatto.

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