Eravamo partiti dalle “larghe intese”, dalle “riforme condivise”, dall’orrore per ogni argomento “divisivo” o per ogni personalità “divisiva”.
Il “non ci sono alternative” doveva tenere tutti uniti, nella “scelta obbligata”.
Una logica asfittica e conservatrice. E anche questo Governo è andato su così. A seguito di una direzione del Pd “bulgara” dove solo la piccola componente del vostro affezionatissimo non ha plaudito al licenziamento delle larghe intese lettiane per l’insediamento le larghe intese renziane.
Già sorrette dal “patto del Nazareno”. Per non essere divisivi. Per carità. Ma dietro lo schema politico di fondo che rimane quello, sempre perché “non ci sono alternative”, su ogni passaggio si crea una divisione, un contrasto, sempre ricercato con cura. Perché in ogni questione alla fine l’impostante è “chi ha vinto”. E va da sé che, quasi una tautologia, alla fine “ha vinto Renzi”… Quando non è così – e avviene di rado – di solito l’informazione soprassiede. Meglio tacere.
Intanto, però, gli scontri si consumano su ogni provvedimento. E non solo tra gli attori politici, tra i quali l’avversario preferito è la minoranza, pardon le minoranze del Pd (anche perché spesso cedono, purtroppo), ma nei cittadini, le categorie, i corpi sociali.
Lo rileva Michele Ainis sul Corriere della Sera che elenca molti casi di questo tipo. Uno dei più eclatanti, anche per la delicatezza del ruolo, quello nell’ambito della magistratura, a seguito dell’approvazione della legge sulla responsabilità civile. Ma anche nell’università, dove ci si accapiglia per le ultime poche risorse o tra i liberi professionisti: giovani contro vecchi, notai contro avvocati ecc.
Spesso si dice che questo governo è sostenuto dalla velocità. Che produce, in effetti, un grande movimento. E se invece fosse la creazione di contrasti, il tratto distintivo di questa fase? Quasi una nemesi del voler stare a tutti i costi, tutti insieme? E mentre si governa con le larghe intese, si frantuma tutto il resto e non ci si capisce più… In un tutti contro tutti da cui emerge sempre un solo vincitore. Divide et impera. Appunto.
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