Per il resto, il Pd torna sulla questione delle riforme istituzionali (elettorale e costituzionale). Stiamo parlando di questioni che riguardano il futuro della democrazia, dopo anni di Porcellum.
Per questo serve una legge elettorale chiara, che non porti a un “partitone della nazione” ma a una democrazia dell’alternanza, che veda grandi proposte politiche confrontarsi.
Una legge elettorale maggioritaria, come quella che l’Ulivo e il Pd (fino agli ultimi mesi) hanno sempre proposto, anche nella richiesta dei voti quando siamo stati eletti (a proposito di mandato parlamentare). Il premio di maggioranza previsto dall’Italicum, applicato a un proporzionale con liste soprattuto bloccate e collegi molto grandi, con ripartizione vaga dei seggi, non è quel modello. Anzi, è la cosa più lontana che ci sia da quel modello.
Da ultimo, ricordo che il programma di governo con cui siamo stati eletti nel 2013 alla voce «democrazia» diceva così: noi non siamo per l’uomo solo al comando. Puntini puntini.
P.S.: Repubblica.it ha modificato il titolo. Grazie.
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