Quando si usano in continuazione metafore belliche, c’è già qualcosa che non va. Battaglia finale, ribelli, uomini liberi, cappe e spade, vigilia d’armi, scontro frontale, barriera, fine del mondo.
Siamo passati da House of (three) cards al Trono di spade.
Semplicemente i parlamentari devono votare una legge elettorale che di fatto cambia la forma di governo (senza dirlo) e che ha mille difetti. Ai sensi dell’articolo 67 possono farlo come si sentono di fare. E quanto al mandato elettorale, nel 2013 il nostro programma non prevedeva nulla di tutto questo.
Iniziava così: vogliamo superare la fase dell’uomo solo al comando.
Su questo abbiamo chiesto i voti agli elettori. Non abbiamo vinto, ma per vincere e avere un nuovo mandato elettorale, ci vogliono le elezioni. Altrimenti il mandato rimane quello. E in ogni caso la Costituzione esclude il mandato imperativo. Lo vieta. Lo sanno tutti quelli che hanno cambiato gruppo e ora fanno addirittura i relatori di maggioranza. Se vale per loro, vale anche per gli altri.
Nessun dramma, è solo un voto. Importante. Un voto del quale i parlamentari risponderanno ai cittadini, quando si tornerà a votare, appunto.
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