Lucrezia Ricchiuti interviene sul caso Zaccardi chiedendo un intervento del Ministero della Salute.
RICCHIUTI – Al Ministro della salute, per sapere
premesso che:
Marilena Zaccardi era il medico del carcere di Marassi, definita la “seviziatrice di Bolzaneto” condannata dalla Corte d’appello di Genova perché dal 20 al 22 luglio 2001 “ha consentito o effettuato controlli di triage e di visita sottoponendo le persone a trattamento inumano e in violazione della dignità”, “costringendo persone di sesso femminile a stazionare nude in presenza di uomini oltre il tempo necessario e quindi sottoponendole a umiliazione fisica e morale”. “Per aver ingiuriato le persone visitate con espressioni di disprezzo e di scherno”. “Per aver omesso o consentito l’omissione circa la visita di primo ingresso sull’individuazione di lesioni presenti sulle persone”. “Per aver omesso o consentito l’omissione di intervento sulle condizioni di sofferenza delle persone ristrette in condizioni di minorata difesa”;.
La dott.ssa Zaccardi è stata condannata in sede civile perché in sede penale è intervenuta la prescrizione (già la prescrizione);
prima e dopo la recente condanna della Corte Europea dei diritti dell’uomo nel caso Cestaro contro Italia, la Asl 3 di Genova non solo ha mantenuto al suo posto la Zaccardi ma ha pensato di darle anche visibilità e le ha affidato la curatela scientifica, insieme ad altri quattro colleghi, di un convegno dedicato alla salute in carcere che si terrà sabato prossimo alla Commenda di Genova, nonostante che risulti che urlasse a una ragazza che aveva bisogno estremo di andare in bagno “puzzi come un cane”;
a parere dell’interrogante, una persona così screditata non dovrebbe ricevere altro incarico pubblico;
a parere dell’interrogante, vale la pena ripetere quello che diceva Hannah Arendt a proposito dei prigionieri nei campi di concentramento, privati della cittadinanza e di ogni diritto: «La concezione dei diritti umani è naufragata nel momento in cui sono comparsi individui che avevano perso tutte le altre qualità e relazioni specifiche, tranne la loro qualità umana. Il mondo non ha trovato nulla di sacro nell’astratta nudità dell’essere uomo» (H. ARENDT, Le origini del totalitarismo, Einaudi, p. 415). Secondo la Arendt, «Un uomo che non è altro che un uomo sembra aver perso le qualità che spingevano gli altri a trattarlo come un proprio simile». Separare l’uomo dalla persona significa di fatto introdurre dei gravi problemi di giustizia sociale e minare il principio politico dell’uguaglianza – :
se non ritenga di utilizzare i propri poteri ispettivi per chiarire la situazione di servizio della dottoressa Marilena Zaccardi.
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