Il premier nell'ultima puntata di House of 3 cards ha dichiarato di voler cambiare la riforma del Senato il venerdì su Repubblica e l’ha smentita il sabato al Corriere.
Aspettiamo l'edizione di domani della Stampa per capire se ci sono ulteriori cambiamenti: magari dichiara che si vota a ottobre. Chissà.
Oggi, dopo aver dichiarato di voler promuovere uno «scambio» a Claudio Tito, il capo della politica del giornale diretto da Ezio Mauro, dichiara al giornale milanese: «nessuno scambio». Ci mancherebbe!
Nel frattempo, tutti i quotidiani se la prendono con la 'minoranza' del Pd. Ormai è uno sport nazionale, anche perché il concetto è sempre più vago e a tratti inquietante: praticamente tutti gli esponenti della 'minoranza' fanno capire che la riforma – proprio quella che non avrebbero mai votato – alla fine la voteranno.
Fortunatamente, ieri avevo riepilogato la mia personalissima posizione: (1) certo che il Senato può essere elettivo, è stato Renzi a non volerlo. Volendo si potrebbe farlo così davvero. (2) Non cambia la mia posizione sull'Italicum, in ogni caso: ogni volta altri votano a favore, nella speranza (minuscolo) di veder migliorare il successivo provvedimento. E ogni volta, puntualmente, il premier incassa e va avanti come se niente fosse. Per me se una legge è pessima, non la si vota. Non si tratta di questione di corrente, si tratta di questione di democrazia. (3) Se si continua così, diventa difficile anche soltanto discutere. Spero che a casa, davanti ai teleschermi, se ne rendano conto.
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