Sono tre mesi che lo dico e l’ho fatto e lo farò. Altri hanno deciso di fare lo stesso e ora, da ultimo dei giapponesi mi sembra di essere diventato il primo (come dicevo esattamente due anni fa, il 29 aprile 2013, in una intervista a La7, quando si insediò il governo delle larghe intese senza il mio voto).
Non votare la fiducia è un fatto grave: significa non sostenere il governo, significa prendere le distanze da una scelta politica che non si condivide. Di più significa non voler legittimare una votazione che non si ritiene legittima.
Una precisazione importante: alla Camera il voto di fiducia è separato dal voto finale sulla legge, che sarà segreto, ma come ogni voto segreto che mi è capitato di dare, dico pubblicamente come voterò. E voterò contro: in passato mi è capitato di votare contro al Jobs Act (con Luca Pastorino e trenta deputati che non parteciparono al voto) e allo Sblocca Italia (da solo) e di non partecipare al voto al primo passaggio dell’Italicum alla Camera (quando lo votarono quasi tutti) e sulla legge di riforma costituzionale, presentando e votando in solitudine emendamenti in aula per correggerne le assurdità.
Ieri ho votato a favore delle pregiudiziali di costituzionalità e di merito, contro alla richiesta di sospendere il provvedimento (che era comunque sbagliata) e alla fine voterò contro la legge elettorale.
Come dicono in molti, da questo passaggio si faticherà a tornare indietro, e ne discuteremo nei prossimi giorni.
Renzi sta fondando un nuovo partito, basato sull’Italicum e su se stesso, incurante di una minoranza che su questo punto contempla due ex segretario, l’ex presidente del Consiglio, due candidati alle primarie del 2013, l’ex capogruppo, l’ex presidente del partito, anziani e giovani che hanno storie diverse ma la stessa preoccupazione, alla faccia di chi vuole ridurre tutto allo schema del ‘nuovo’.
Per me il problema si pone in modo ancora più radicale, perché la mia contestazione riguarda il mandato elettorale travisato, uno schema politico che ho sempre vissuto molto male (per usare un eufemismo), le prospettive e la qualità dei provvedimenti del governo. Quando abbiamo presentato proposte emendamentive, come sulla legge di stabilità, sono state puntualmente trascurate.
I miei appelli degli ultimi mesi, quando segnalavo la difficoltà per molti, moltissimi elettori delle primarie di seguire questo Pd, ottenevo solo repliche piccate e battute spiritose.
Quando dicevo che queste contraddizioni a primavera sarebbero esplose, tutti ridevano, minimizzavano ovvero passavano direttamente al dileggio.
Oggi siamo arrivati qui. Domani è un altro giorno.
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