Lo devo confessare, è proprio questo lo spirito.

Il primo partito. Quello dei non rappresentati, di cui ha scritto qualche giorno fa la Stampa.

Quelli del mugugno.

Quelli che una volta si sentivano dire «se non voti, non lamentarti». Penso si debba dire loro: «lamentatevi, non avete tutti i torti, però votate». Perché votare è anche il modo migliore per lamentarsi e per provare a fare qualcosa di diverso.

Quelli di sinistra che non la trovano più, quelli che si sono allontanati anni fa e non sono più tornati a votare. 

Quelli che si sentono ai margini, con cui non parla più nessuno.

Quelli che hanno sperato ma poi sono rimasti delusi.

Quelli della maggioranza invisibile, che tra una riforma e l’altra si ritrovano salari ridicoli e l’incertezza crescente. 

Quelli che si chiedono dove sia finito il senso del futuro.

A quelli del «voto utile» dico: siete una minoranza, anche se fate la voce grossa. Metà degli italiani non votano più. E voi avete liquidato il problema come «secondario» (cit.) anche quando ha riguardato l’Emilia-Romagna. Non cerchiamo i vostri voti, cerchiamo i voti di tutti, con particolare riguardo al voto degli scettici, per provare ancora insieme.

Lo so che è difficile. Ma ci piacciono le cose così.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti