Come dice oggi Piketty su Repubblica, se fossi greco, domenica, voterei no (l’ho dichiarato qualche giorno fa). E ribadirei quello che dice lo stesso Tsipras (che forse è il miglior interprete di Tsipras, che ne dite?): il no non è contro l’adesione della Grecia alla Ue o a favore dell’uscita dall’euro.

Chi domenica va ad Atene per sostenere l’uscita dall’euro, forse dovrebbe cambiare destinazione, per capirci.

Penso d’altra parte che se vincessero i no sarebbe un modo per ribadire la necessità improrogabile di nuove ricette per la Grecia e per tutti quanti. E non credo che la Ue potrebbe permettersi di espellere proprio nessuno.

Nel frattempo Monica Frassoni (Verdi) se la prende con il premier e ha molte ragioni per farlo.

L’Italia è passata in pochi mesi dall’espressione di una solidarietà generica alla Grecia a un atteggiamento attendista e sottotraccia per poi approdare a una presa di posizione filo Merkel (nemmeno il premier fosse un tedesco del Sud, diciamo ), con annesse battutine sulla Grecia tipiche (appunto) delle occasioni in cui decide di prendere posizione (sbagliata).

Peccato che Italia (e Francia, anche) non abbiano guidato il Pse su posizioni diverse. Ma chi pensa che non abbiano potuto sbaglia. Non hanno voluto. Che è peggio.

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