Se leggete l’intervista al Fatto del vostro affezionatissimo troverete la stessa posizione che trovate qui (e non ci siamo sentiti o messi d’acuerdo…): con Tsipras per il no e con Tsipras nella difficile gestione di queste ore. Senza esaltarsi troppo, perché la situazione è drammatica e non servono tifosi ma, se si riesce, politici.
Ora, leggo molti articoli in cui si spiega che la sinistra deve uscire dall’euro, che non ci sono altre possibilità, che Tsipras è come Monti, che se si sta nell’euro allora si stia nel Pd. E buona notte a tutti quanti.
A me sembrano ragionamenti molto pericolosi. Molto parziali, molto confusi. E non solo perché sono le stesse posizioni di Salvini (lo stesso Grillo è più moderato), ma perché aprono una stagione di incertezza. Mollare Iglesias e Tsipras non è una grande idea, anche perché solo con loro e con i socialisti francesi (una parte) e con i Verdi più progressisti si può provare a costruire qualcosa in Europa. Cercando una linea comune che ci rappresenti, prima (e, se si riuscisse, invece) di mollare il progetto europeo.
Da ultimo: è bellissimo parlare dalla mattina alla sera di una sinistra unitaria, ma preferisco ragionare con i soggetti europei che ho citato rispetto a chi ha progetti di minoranza in ciascun Paese (e peraltro è talmente unitario che rompe il fronte prima di cominciare). Se Pd e Pse non vanno bene, bisogna costruire qualcosa di diverso, non abbandonare il campo.
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