Oggi in piazza Montecitorio, con Andrea Maestri e Luca Pastorino, abbiamo incontrato i sindaci dei piccoli Comuni, alle prese con i troppi problemi (dimenticati da tutti, a cominciare da chi governa) che si trovano ad affrontare ogni giorno.

Oltre alle giuste rivendicazioni – un rapporto diretto con i ministri competenti (che non c'è), la verifica delle cosiddette riforme (che spesso non funzionano per niente), la richiesta di maggiore vicinanza politica da parte di chi siede in Parlamento – mi ha colpito in particolare una sollecitazione, che proviene da tutti gli amministratori che ho incontrato, dal Canavese al Pollino: la preoccupazione che il distacco (o, forse, meglio, lo strappo) che separa ormai chi governa dalle comunità locale finisca per travolgere tutti quanti, anche chi orgogliosamente si presenta con la fascia tricolore sopra la giacca.

Un sindaco molisano, in particolare, ci ha detto di conversare, ogni giorno, con la foto del Presidente della Repubblica, che ha collocato – come si conviene – nel proprio ufficio. Cercando nel suo sguardo una confidenza che non sente più di avere, lui per primo, con chi rappresenta le istituzioni (lui che le rappresenta e non lo dice con leggerezza, anzi: di questo si rimprovera).

Il problema più grande del decisionismo a senso unico, della scarsa capacità relazionale e critica di questa azione di governo, l'incertezza delle misure assunte che è paragonabile solo al tono roboante con cui sono presentate, proprio questo produce: il distacco che diventa uno strappo e che comporta che nessuno rappresenti più nessuno.

Una sindaca della provincia di Milano chiosa così: le prossime elezioni, se non si svegliano, le vincerà Salvini con quei pochi che si recheranno al voto, esasperati.

Ora, non lo so e ovviamente non lo spero, ma è incredibile come in pochi mesi un governo di sindaci abbia perso il sostegno e la condivisione di tanti amministratori, in prevalenza della stessa parte politica.

Mi si dirà: è il prezzo delle riforme. Già. Soprattutto di quelle fatte male, senza valutare le conseguenze. Per non parlare della brillante idea di cambiare per la terza volta, con la stessa maggioranza, il regime di tassazione locale. Non vi dico i commenti.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti