È ancora presto per fornire un dato che non sia parziale, l’ultimo weekend ha prodotto risultati eccezionali, visibili a tutte e a tutti, e però ha anche causato un comprensibile ritardo non solo nel conteggio, ma anche nelle certificazioni e quindi nell’invio. Questa la prima cosa che sento di dover dire ai tanti che in queste ore aspettano con trepidazione notizie sulla raccolta, e che ci stanno scrivendo e chiamando.
Troppi moduli sono ancora nei comuni in cui sono stati riempiti, e troppi altri sono ancora in viaggio, speriamo di poterci fare un’idea più chiara a breve.
Per questo motivo, diversamente da quanto avevamo sperato, oggi pomeriggio non andremo in Cassazione a consegnare le firme.
Detto questo una cosa è certa, il risultato in termini di mobilitazione è stato clamoroso, e anche inatteso nelle sue dimensioni, anche da coloro che ci hanno osservato senza parteciparvi particolarmente.
Resta il rimpianto di non dare agli italiani e alle italiane la possibilità di votare sulle riforme di questo governo, e su questo ognuno, a partire da chi non ha voluto partecipare, si prenda le sue responsabilità. Quanto abbiamo realizzato, tenendo conto del fatto che in grandissima parte si è concretizzato nelle ultime tre settimane, quando finalmente si è almeno un po’ interrotto il silenzio dei media, dimostra che l’obiettivo era raggiungibile.
Sono convinto che questa esperienza, per chi l’ha vissuta fino in fondo, sia stata tanto massacrante quanto esaltante, e ci abbia reso una comunità politica capace, dinamica ed entusiasta. Per questo, già ieri, ho chiesto ai nostri duecento comitati in tutta Italia di organizzarsi per essere presenti in piazza e nei centri delle città anche nel prossimo fine settimana, per ringraziare chi ha firmato e continuare quel lavoro di relazione con le persone fatto fin qui.
Poiché sappiamo che il risultato spesso sta nel percorso e non nell’obbiettivo, non dobbiamo assolutamente farci prendere dallo sconforto per un risultato che era, per motivi oggettivi e scarsa collaborazione intorno a noi, possibile ma complicato da raggiungere. Dobbiamo invece fissare nelle nostre menti i volti delle centinaia di migliaia di persone che sono venute a firmare. Perché le rivedremo tutte nella prossima battaglia.
A tutti loro, a tutti voi, per prima cosa voglio mandare un ringraziamento, di cuore, per questa campagna folle e davvero possibile, in tutti i sensi, e la garanzia che questo, come diceva quel tale, non è che l’inizio.
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