La riforma costituzionale ha fatto un altro passo avanti, con l’ultima approvazione in Senato. Dove non c’è stato nessun miglioramento della sostanza della riforma: rimane l’idea di sostituire al bicameralismo perfetto il bicameralismo impazzito, con un Senato eletto da consiglieri regionali tra loro stessi, con una bella spruzzata di sindaci pescati a casaccio nella regione e sottratti al governo delle loro città.
Manca la riduzione del numero dei deputati (da accompagnare – continuiamo a dirlo – a un contenimento delle loro indennità), manca una semplificazione del quadro politico, manca una semplificazione del procedimento legislativo, manca un miglioramento dei rapporti tra lo Stato e le regioni, mancano strumenti di controllo e soprattutto mancano maggiori garanzie di partecipazione dei cittadini.
Per questo i prossimi passaggi parlamentari dovrebbero portare alla bocciatura di una riforma che questo Parlamento ha ormai rinunciato a migliorare. Ci affidiamo, a questo proposito, oltre che eventualmente alla prossima prima lettura della Camera, soprattutto alla seconda lettura: quella in cui i deputati e i senatori potranno dire soltanto sì o no (un po’ come in un referendum sulla Costituzione).
Una scelta che spetterà poi ai cittadini se i parlamentari non avranno saputo scegliere una strada alternativa. E se i cittadini saranno chiamati a dire sì o no, noi – come abbiamo già dimostrato – ci saremo. Proprio come abbiamo già fatto per altre riforme (dall’Italicum al Jobs act, dallo Sblocca-Italia alla scuola) noi lanceremo una proposta alternativa e sapremo coinvolgere i cittadini nel definirla e portarla avanti.
Si tratta di un’alternativa che passa attraverso un no a una riforma costituzionale barocca, fatta solo per consentire al ceto politico di poter decidere sempre di più senza i cittadini. E passa soprattutto attraverso un sì al superamento del bicameralismo paritario per due Camere forti e diverse, scelte dai cittadini, per leggi più semplici ed efficai e un governo efficiente e responsabile con strumenti più avanzati per la partecipazione dei cittadini (referendum e Lip).
Per questo proponiamo a Possibile di tornare immediatamente in campo a fianco dei cittadini, con i suoi più di duecento comitati (altri se ne aggiungeranno nelle prossime settimane) presenti su tutto il territorio nazionale. Saranno i presìdi della Costituzione, per spiegare i reali contenuti della riforma approvata senza alcuna discussione di merito e per illustrare la proposta alternativa, con il contributo di noi parlamentari e degli esperti del Comitato scientifico.
Sarà un percorso volto ad accompagnare da fuori l’ultima fase parlamentare, per evitare che tutto continui a passare sotto silenzio, come qualcosa di inevitabile. Per mettere i parlamentari di fronte alle loro responsabilità: perché se questa riforma venisse approvata chi la vota diverrebbe responsabile di un modello costituzionale caotico e chiuso rispetto alla partecipazione dei cittadini.
E se, nonostante questo, la riforma venisse alla fine approvata, il percorso continuerà, appunto, nella fase del referendum costituzionale, che non lasceremo diventare un plebiscito in mano al governo, ma utilizzeremo come strumento per l’opposizione all’esistente e l’apertura a una alternativa per il futuro.
Con spirito costituzionale, anzi costituente o forse, ancor meglio, ricostituente.
Beatrice Brignone, Giuseppe Civati, Andrea Maestri, Luca Pastorino
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