Mentre qui più che dei Verdi ci si occupa di Verdini e il governo va nella direzione ostinata e contraria, leggete quanto scrive Michael Bloomberg di Justin Trudeau, primo ministro canadese.
La cosa che colpisce di più è che in campo c’è una strategia nazionale, regionale e locale. Che c’è una cultura politica condivisa che muove e sostiene le scelte delle Istituzioni canadaesi.
Che c’è una direzione di marcia che non dipende soltanto dall’iniziativa del governo, ma da una pluralità di attori.
Tutto il contrario di quanto avviene in Italia, dove livello nazionale e locale, all’interno dello stesso partito, si scontrano ferocemente, senza che i parlamentari sappiano gestire la rappresentanza.
La grande crisi dei partiti (a cominciare dal più voluminoso) è proprio questa: non avere una linea coraggiosa e, soprattutto, non saperla condividere e farla vivere nell’intero paese.
Per tutte queste ragioni, bisogna salvarsi la data del 17 aprile (giorno scelto dal governo quando si voterà il referendum) e, se potete, anche la data del 1 aprile, quando – in collaborazione con l’on. Mario Catania – promuoveremo a Roma, al Tempio di Adriano, un convegno per promuovere ciò che si può fare «al posto delle trivelle» e in progressiva sostituzione delle fonti fossili.
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