Ora, qualcuno potrebbe notare che avendo votato prima l'Italicum e poi la legge di riforma costituzionale questa decisione si sarebbe potuta assumere fin dal voto in Parlamento (alla Camera, la Costituzione è stata votata due volte dopo il sì all'Italicum): ci troviamo di fronte allo strano caso di parlamentari che votano sì in aula e però poi magari votano no al referendum.
Non è però il caso di sottilizzare.
Seguiamo piuttosto il ragionamento di questi ultimi giorni:
Bersani dice che l'Italicum va cambiato, altrimenti il sì al referendum potrebbe essere messo in discussione.
Renzi risponde: l'Italicum non si tocca.
Quindi?
Se la premessa bersaniana detta una condizione specifica e il segretario-premier la rifiuta immediatamente e senza tanti giri di parole, dobbiamo presumere che Bersani voterà no al referendum costituzionale. Giusto? O, forse, pensiamo che si possa andare avanti così, come al solito, votando sì al referendum, senza condizioni, come si è fatto già mille altre volte e nonostante tutto?
Ai poster (elettorali) l'ardua sentenza.
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