E mentre la maggioranza è già esplosa sul tema della legalizzazione della cannabis (che se è messa così così alla Camera, chissà come potrebbe andare al Senato), gli argomenti sollevati sono i soliti.
Argomento numero 1: c’è ben altro da discutere, per esempio la povertà, dice qualcuno, in una maggioranza che della povertà si è accorta (e non del tutto, potremmo dire) due o tre anni dopo il proprio insediamento. Peccato che la questione della legalizzazione – che negli Stati Uniti è rilevante nel dibattito politico, per citare un paese che ha ben altro da discutere anche rispetto a quello che pensa il ministro Costa – riguardi milioni di persone (proprio così: milioni), i malati, la mafia, la spesa pubblica, miliardi di euro che attualmente vanno alla criminalità organizzata, decine di migliaia di persone coinvolte in vicende giudizarie e carcerarie, proprio per via della cannabis.
Argomento numero 2: i giovani chiedono altro, gli facciamo solo del male così. Peccato che la legge in discussione non riguardi i giovani-quelli-giovani – nel senso dei minori, per cui continuerà a valere il proibizionismo, se vogliamo dirla così – e d’altra parte non riguardi solo i giovani, perché la cannabis è sostanza consumata a tutte le età, anche da persone che fanno solo uso della cannabis e hanno una vita normalissima. A meno di voler pensare che in Italia ci siano milioni di criminali che non avevamo ancora considerato.
Argomento numero 3: già abbiamo problemi con alcol, tabacco e gioco, non vorrete mica legalizzare la cannabis! Ecco. Sono d’accordo: però proibiamo tutto. Completamente. A cominciare dal vino, se vogliamo fare una cosa ‘tradizionale’. E subito.
Mi chiedo se qualcuno si renda conto della pochezza degli argomenti che usa. E della loro stupidità colossale.
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