Ieri su Twitter si è svolta una surreale discussione con un senatore del Pd favorevole al sì che notava come gli americani avessero voluto cambiare. E che quindi si dovesse cambiare anche qui. Il senatore ha precisato poi che era un esempio, quello che faceva, e che non c'era un'immediata correlazione tra Trump e il sì, ma un'analoga richiesta di cambiamento.
Ora su questa storia del cambiamento andrebbero dette alcune cose.
La prima e più ovvia è che il cambiamento di per sé non ha un valore positivo.
A proposito di cambiamento per il cambiamento, anche i cambiamenti climatici lo sono (#beforetheflood). Peraltro ora c'è un Presidente degli Stati Uniti che ne nega l'esistenza. Quindi è un cambiamento di linea sui cambiamenti climatici. Bello.
Ma affrontiamo esempi più semplici.
Ridurre gli articoli dello Statuto dei lavoratori è un cambiamento.
Cambiare la legge elettorale è un cambiamento. Qualcuno potrebbe notare che è molto simile alla precedente. E che peraltro si intende cambiarla (dall'Italicum al Cuperlum, per capirci). In questo caso siamo di fronte al più limpido cambiamento del cambiamento.
Cambiare il fisco per togliere la tassa sulla casa a chi si può permettere di pagarla è un cambiamento. Come dare bonus dal forte sapere elettorale indistintamente, senza considerare reddito e patrimonio. E così sulle pensioni (poco). Cambiamenti.
Dei piccoli o grandi cambiamenti, si può dare un giudizio. Questo è il punto.
La domanda finale poi è: si tratta di un vero cambiamento? Davvero?
Perché c'è molto gattopardismo e cambiaversismo in tutto questo, non vi pare?
Un Parlamento, eletto con una legge incostituzionale, vota la riforma costituzionale, sfruttando il premio di maggioranza della legge dichiarata incostituzionale. E lo fa, fin dal primo giorno, a maggioranza.
Mette insieme pezzi di cambiamento bocciati dai cittadini (riforma Berlusconi 2006), cambia la riforma del 2001 (promossa da alcuni che ora la vogliono cambiare), cambia l'elettività ai senatori (togliendola), cambia il numero di firme per poter presentare una Lip (aumentandola), cambia i rapporti tra Stato e Regioni, riducendo l'autonomia e ridimensionando la portata di ciò che è previsto dall'articolo 5 della Costituzione, per fare solo alcuni esempi. Non cambia l'immunità, ma la estende (la cambia!) anche a chi è eletto in primo luogo per fare il sindaco e il consigliere.
Il cambiamento si traduce in un ritorno al centralismo che c'era prima del cambiamento, in una riduzione del rapporto universale e diretto a favore di una scelta tra esponenti del ceto politico (per il Senato, come già per le mitiche province), e – in collegamento – in un sistema elettorale che dà potere ai politici, senza tornare al cambiamento auspicato, di un rapporto diretto tra elettore ed eletto.
Ma l'esempio ancora più forte è quando si mettono a dire che bisogna cambiare il Senato perché il Senato boccia o non discute le leggi approvate dalla Camera. Peccato che al Senato non ci siano gli alieni, ma gli stessi estensori della 'riforma' e fautori del cambiamento. Che hanno scelto di prolungare la legislatura, senza cambiare andando alle elezioni, ma cambiando ciò che avevano promesso agli elettori.
I cambiatori scatenati sono gli stessi che non votano prescrizione, norme su immigrazione, conflitto d'interessi e altre cose di una qualche importanza (per il cambiamento). E se gli dici così, ti rispondono: «ma con una maggioranza come questa, che cosa vuoi cambiare?». Appunto.
Quindi, prima di cambiare il Senato di per sé, avrei cambiato questo Senato, che ci ha fatto perdere molto tempo. E ha gli stessi protagonisti del Senato precedente, se proprio vogliamo andare a vedere.
Ecco, il cambiamento. A volte fermarlo, questo tipo di cambiamento insano, molto contraddittorio e spesso molto finto è un cambiamento molto migliore. E mi sto limitando alla Costituzione, come tutti dovrebbero fare. Per il cambiamento della maggioranza (che non cambierà anche se vincono i No, potete starne certi), ci vogliono le elezioni. In cui si confronteranno modelli di cambiamento o di pseudocambiamento diversi.
Avere confuso le due cose è stata una scelta (un cambiamento?) molto grave. E l'hanno fatta proprio i sostenitori del cambiamento. Guarda un po'.
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