Eccola qui, a proposito dell'«accozzaglia», cosa ha spiegato il premier – insolitamente in tv, perché non ci va mai:
«Se però preferisce che la definisca coalizione coesa tesa a dare un governo al Paese, posso chiamarla coesione, ma preferisco chiamarla accozzaglia, perché penso che tra Berlusconi e Magistratura democratica, Monti e Salvini, Landini e La Russa non ci siano tutti questi punti in comune. Facile dire no».
Oltre al termine carico di disprezzo di cui sopra, si segnala che non vi è alcuna «coalizione tesa a dare un governo al Paese», nessuna «coesione», solo la bocciatura di una riforma che doveva essere popolarissima e che invece lascia perplessi moltissimi italiani, al di là del loro partito di appartenenza.
Nessuna «coalizione», nessuna «coesione». La Russa si candiderà forse con Salvini, forse con Berlusconi, forse con tutti e due, forse con nessuno dei due. Monti probabilmente non si candiderà nemmeno, anche perché è senatore a vita, quindi rimarrebbe in Senato. Landini fa il sindacalista e dubito che se si candidasse lo farebbe con Salvini, che dite? Sono argomenti seri? O sono considerazioni insensate? Vedete voi.
Non c'è nessuna coalizione (peraltro vietata dall'Italicum, la legge elettorale votata con tre fiducie consecutive che ora il premier vuole cambiare). Non c'è nessun programma di governo. Sapete perché? Perché è un referendum sulla Carta costituzionale. Chiara la differenza? L'unico che ha messo tutta la propria 'fiducia' e tutta la residua credibilità su questa riforma per rafforzare il proprio potere è stato proprio chi ora si lamenta degli altri.
Sarebbe dovuto bastare un sì: mentre ormai non bastano decine di trasmissione televisive, non bastano «fiumi di soldi» (cit.), non bastano gli argomenti, quasi tutti negativi.
Curioso che chi propone una riforma epocale sappia solo parlare male di chi si oppone alla riforma. Dovrebbe stare sereno e illustrare soltanto i benefici di un Senato non più elettivo, di Regioni ridimensionate (ma non quelle Speciali!), di consiglieri regionali alla Batman da inviare nella nuova BatCaverna di Palazzo Madama, per usare il linguaggio del comitato elettorale del premier.
Pare che oggi Renzi se la sia presa con i «soloni» che guadagnano troppo. Chissà cosa ne pensa Giorgio Napolitano, che nonostante la sentenza della Consulta del 4 dicembre 2013 (esattamente tre anni fa) ha insistito perché Renzi andasse avanti con le riforme. Riforme contro la «casta», contro «quelli» come lui, come Violante, come mille altri che sono lì esattamente da quei trent'anni di cui parla il premier (trent'anni in cui gli stessi hanno fatto molte riforme, che addirittura ora vogliono cambiare, pur avendole votate).
Brutti argomenti che non usa il No. Li usa lui.
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