Gianclaudio Pinto ci ha lasciato. Velocemente, brutalmente. Senza che potessimo rendercene conto che in pochissimi, senza che si possa trovare una ragione, come sempre accade quando se ne va un giovane amico.

Con lui abbiamo condiviso molte cose, fin dalle prime scorribande in giro per la Puglia e per l'Italia, ormai sette anni fa. Aveva una Punto nera, allora, con cui si partiva verso la 'prossima' tappa. E la cosa più triste, quando domani andremo a dargli il nostro saluto, sarà non trovarlo al nostro arrivo, per partire insieme.

La comunità di Possibile e di coloro che hanno seguito le nostre storie (che non importa dove siano ora, perché ci sono stati in tantissimi) si fermerà, domani, per partecipare alle esequie. E proseguirà con lo spirito semplice, alieno da qualsiasi retorica, che Giancla metteva nella sua, nostra attività. Senza quella cattiveria che sembra necessaria per stare in politica, di questi tempi. Senza sconti e nemmeno senza moralismo, però. Perché le cose giuste sono giuste. E basta. E, come diceva Giancla, apposto stiamo.

Ci siamo divertiti, con lui, molto. Appassionati e indignati, anche. Ci siamo parlati di tutto, soprattutto quando abbiamo avuto un po' di tempo, a Putignano, per incontrarci. E quando arrivò Nina, l'affetto suo e della sua famiglia lo sentimmo vicinissimo, come vicinissimi ci sentiamo ora.

Lo scrivo qui, anche se forse è irrituale, perché ci siamo conosciuti così, tra un blog e un social, con lui e con molti di coloro che oggi lo ricordano con dolcezza e tristezza infinite. E siamo diventati amici, per sempre.

 

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