Il contributo del vostro affezionatissimo al giornale del Movimento Arturo. 

Per fare un’unica proposta elettorale in quello spazio repubblicano, laico, ambientalista e femminista che intende occuparsi con vigore del superamento delle disuguaglianze, di redistribuzione e giustizia sociale, coniugandole con l’innovazione della vita produttiva e sociale e i diritti che devono accompagnarla, da sinistra verso la società, non si possono salvare capra e cavoli, come in quella storiella.

O meglio ci si può provare, ma lo si deve fare con due mosse supplementari, non contemplate finora, per evitare che il lupo si mangi la capra e ci rimangano solo i cavoli.

Due passaggi in più, quindi, proprio come nel rompicapo. Con una premessa.

La premessa è ovviamente quella di razionalizzare il quadro politico, attualmente sembriamo tutti impazziti, a dir poco: avvicinare formule sigle o soggetti, prima di tutto. E veniamo alle mosse.

Il primo passaggio riguarda la scrittura collettiva e condividisa di un progetto di governo. Non “con chi” andare, ma “dove” andare, insomma. Decisa la meta e le modalità del viaggio, si potrà partire.

Il secondo invece fa riferimento al coinvolgimento della società, delle competenze, non solo del ceto politico, perché è fondamentale avere 100 leader (se 100 rimarranno i collegi) a cui far interpretare direttamente la proposta politica di cui sono portatori.

Non sarà semplice mettere insieme persone e idee, ma non si può fare altrimenti.

Non è sommando sigle e riposizionamenti che si attraverserà il fiume, ma con queste due mosse che nessuno ha inteso finora compiere. Cose da fare, impegni chiari, parole nitide e la società da rendere protagonista a partire da un progetto comune.

Sono certo che con Arturo questa non sarà più l’isola che non c’è, ma – appunto – la penisola di Arturo.

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