Dal titolo di un bel romanzo di Sciascia, che parlava di tutt’altro, una proposta (semplice) per tutte e tutti noi.
1. Penso che nessuno capirebbe la costituzione di due (o più?) liste a sinistra.
2. Penso – e lo ripeto da un secolo – che la condizione dell’unità sia l’autonomia da altre forme già esistenti, perché la nostra proposta deve essere alternativa e polemica rispetto a tutto il quadro politico che conosciamo. Non solo competitiva, ma capace di mettere in discussione proprio la costruzione del sistema politico, per come si è delineato in questi ultimi anni, grazie a scelte sbagliate e a una contrapposizione tra partiti della nazione, uno di sistema e uno di antisistema, speculari e quindi molto più simili di quanto faccia pensare la polemica quotidiana.
3. Penso che la nostra debba essere una leva per cambiare prospettiva, come mi auguravo anni fa, in questa legislatura, cosa che poi non siamo riusciti a fare, anche per via del calcolo, della timidezza, degli errori di molti (verificare qui).
4. Penso che si debba partecipare a tutte le assemblee, quella del 18 giugno, quella del 1 luglio (e saranno fondamentali i quindici giorni tra l’una e l’altra, almeno per me) e che in ogni città (come hanno proposto a Fano) si debba lavorare in questa direzione, mettendo insieme ciò che già c’è e creando qualcosa di nuovo dove c’è il deserto. Noi mettiamo a disposizione uno spazio di confronto tra il 14 e il 16 luglio a Reggio Emilia, il nostro Politicamp, a cui invitiamo fin d’ora tutti i protagonisti degli appelli di questi giorni, per un lavoro di confronto non astratto, ma molto, molto concreto e approfondito, come siamo soliti fare (come facemmo a Livorno, nel 2014, quando tutto era «pensiero unico»: molto unico e pochissimo pensiero, peraltro).
5. Penso che ci si debba confrontare su un progetto e un programma di governo: per questo Possibile mette a disposizione un Manifesto, frutto del lavoro di mesi (in alcuni casi di anni), con i numeri e le tabelle che accompagnino ogni proposta, con prese di posizione chiare e nette, con la voglia di fare cose che si possono fare (ovvero possibili, appunto). Tra pochi giorni inizieremo a pubblicare le nostre schede, perché siano occasione di confronto per tutte e tutti. Senza eccezioni. Un Manifesto che è un invito.
6. Penso che si debba essere generosi e lucidi. Penso che si debbano mettere da parte le idiosincrasie e le inimicizie, i giudizi personali e le recriminazioni. E che ci si debba concentrare sulla proposta, manifesta, trasparente, chiara, senza opacità.
Semplice, no?
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