La prima. Oggi sul Manifesto leggo un fondo Asor Rosa che si inserisce in un vero e proprio genere letterario – in sintesi: «a sinistra nessuno fa nulla di buono» – sostenendo che nessuno stia lavorando per un «patto» che si fondi sul «programma», grazie a una «costituente» ideale.

Vale la pena di ricordare che Possibile è un progetto partito (ed è un partito-progetto, peraltro) da un «patto repubblicano» e sta lavorando da mesi alla scrittura collettiva di un «manifesto» che ha avuto come momento saliente la «costituente» delle idee, aperta a tutte le altre forze politiche a cui credo pensi Asor Rosa.

Nel «manifesto» c’è la progressività fatta bene, con la riduzione delle tasse per l’80% dei contribuenti e un aggravio non terroristico per chi sta molto bene e benissimo (da quelli come Civati in su) e una riduzione del mitico «cuneo», la successione come in Europa per finanziare il diritto allo studio, le tasse sulle prima casa per i più abbienti che corrisponde a ciò che occorre per finanziare la ricerca come gli altri paesi civili, la legalizzazione della cannabis che darebbe due miliardi e più alla sanità e alla prevenzione, la riduzione delle spese militari che invece aumentano (anche se sono nascoste sotto altre ‘voci’), i matrimoni egualitari (e le adozioni anche per i single), il salario minimo legale congegnato in modo tale da non sostituirsi ai contratti nazionali, il contratto unico per ridurre la dispersione di forme contrattuali con la giusta causa dopo tre anni (come voleva l’iniziale proposta di Boeri, stravolta dal Jobs Act), l’opposizione a tutte le forme di precarizzazione del lavoro, che devastano le vite personali e la vita collettiva di un paese impoverito, il contrasto alle multinazionali elusive e all’evasione di casa nostra, una strategia ambientale forte e diffusa che si configuri come vera e propria politica industriale, regole per la concorrenza che diminuiscano concentrazioni e monopoli e la politica degli amici degli amici, e molte altre cose ancora, in un progetto di società che è alternativo al presente e a quello di tutte le altre forze politiche in campo.

Ci farebbe piacere presentare questo lavoro, nel merito e nel metodo, a Asor Rosa, che invitiamo immediatamente a Reggio Emilia, dal 14 al 16 luglio.

La seconda. Leggo ancora di un dibattito secondo il quale ci sarebbero due sole alternative: o l’alleanza della sinistra con tutta l’attuale maggioranza, da Cuperlo a Lorenzin, o la sinistra radicale, estremista, identitaria in solitaria. Ovviamente la questione è posta male ed è strumentale alla prima ipotesi.

Personalmente sono due anni che tento di spiegare che c’è bisogno di una sinistra di governo, che abbia a cuore per prima cosa le sorti della Repubblica e delle sue istituzioni e che rinnovi un patto democratico e sociale che è saltato. E che ciò non sia compatibile con l’attuale maggioranza, che tra Congresso e gestione del referendum sui voucher, ha dimostrato ancora una volta di che pasta sia fatta. Non c’è bisogno di sinistra-sinistra (il secondo rischia di diventare un aggettivo), ma di una sinistra autonoma, libera, credibile, laica, repubblicana, ecologista, femminista. Attenta alle disuguaglianze e alle prospettive dell’Italia. Che dica la ‘verità’a un paese che è messo male e che rischia di andare peggio, nonostante la retorica di tutto il resto del mondo della politica.

Due cose. Da tenere a mente, nei prossimi mesi, se vogliamo preparare bene e in modo giusto le elezioni politiche e i #giornimigliori.

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