Nel 2016, di questi tempi, si trasformarono tutti in costituzionalisti per affrontare la campagna referendaria più folle del mondo, a cui ci aveva portati un leader politico che aveva deciso di misurare se stesso e il proprio disegno di potere sulla Costituzione.
Tutti ci appassionammo, non avremmo potuto fare diversamente. Si citavano gli articoli rivisitati, il Senato, il Titolo V. Il Cnel era entrato per la prima volta nella nostra vita.
Sorprende che a un anno di distanza tutta questa enfasi per la Costituzione si sia volatilizzata. E che non si prendano in considerazione articoli ancora più importanti, quelli che riguardano il rispetto della persona, a prescindere dalla provenienza, dalla religione, dall’orientamento sessuale.
Eppure razzismo e sessismo e fascismo sono questioni più rilevanti della riforma dell’articolo 70, fortunatamente sventata.
Eppure la tortura e la violenza dovrebbero appassionare più delle competenze delle regioni a statuto speciale.
Eppure tutti i difensori della Costituzione dovrebbero porsi il problema che non si possono tollerare le violenze verbali (che non sono mai solo verbali) contro donne, neri, stranieri in generale, tanto che anche le star di Hollywood e dell’Nba diventano oggetto di discussione sui social, che si chiamano così ma sono sempre più invivibili. Asocial.
Eppure chi citava ogni tre parole Calamandrei e Rodotà dovrebbe ricordare che la pace e il «ripudio» della guerra andrebbero coltivati, così come il rispetto per le popolazioni che sono bombardate quotidianamente da bombe prodotte in Italia, nel disprezzo più totale della Costituzione (appunto) e delle nostre leggi, che lo vietano esplicitamente.
Anche a proposito del caso più terribile, che riguarda Giulio Regeni, ci viene ricordata la ragione di Stato. Ma l’unica ragione di Stato che possiamo e dobbiamo riconoscere, è la nostra Costituzione. E la nostra «identità» (di cui ho scritto qui, a proposito della mia amata Barcellona) è quella contenuta in quel testo, per punti, lunghi più o meno come un tweet, difficili da dimenticare.
Appunto, non dimentichiamoli. Mai. Ne va del nostro futuro, della nostra convivenza, della nostra vita.
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