«Non siamo nemmeno riusciti a garantire il primo dei diritti umani, quello alla vita: migliaia di persone perdono la vita nel Mediterraneo sotto i nostri occhi», ci ha detto ieri Pietro Bartolo, medico a Lampedusa, guardandoci negli occhi. «E’ inaccettabile, soprattutto quando c’è qualcuno che si vanta che grazie all’accordo abbiamo avuto una riduzione del 40% degli arrivi, e siamo contenti. Mi devono però spiegare che fine fa questo 40%. Noi lo sappiamo cosa succede a queste persone. Sono arrivate persone che hanno presentato ferite inimmaginabili. Ragazzini scuoiati. Quelle immagini non le fanno vedere, noi le vediamo».
«Un uomo è riuscito a scappare dai campi di concentramento. E’ riuscito a rubare un gommoncino e con un motore elettrico si è abbandonato alle acque del Mediterraneo, ed ha individuato le nostre navi. Ha raccontato una storia terribile. Un mare che deve unire, che dovrebbe essere un ponte, è diventato un cimitero».
«Questo è un genocidio, è un nuovo Olocausto», o forse addirittura peggio, dice Bartolo, «peggio di quello che l’umanità ha vissuto settanta anni fa: allora qualcuno disse “non sapevamo”, ora lo sappiamo tutti quello che succede».
Come dice Bartolo, dobbiamo «mettere fine a questa brutta e vergognosa pagina della storia dell’umanità». E dobbiamo isolare «sedicenti politici e sedicenti giornalisti che non fanno altro che distribuire terrore e panico tra la gente, raccontando bugie che fanno male, creano terrore, paura, odio. Sono loro che provocano i conflitti sociali, le derive populiste, e le reazioni di xenofobia e razzismo: è terrorismo mediatico, è un crimine, un reato».
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