Tema: un leghista compie un raid armato a Macerata, sparando e ferendo undici persone, tutti immigrati.

Prima domanda della giornalista: perché la sinistra è divisa?

Altro canale: in studio Silvio Berlusconi, dice che espellerà seicentomila immigrati irregolari. In Italia non ci sono seicentomila immigrati irregolari, perché il giornalista conduttore non lo corregge?

Gli immigrati inseriti nel sistema d’accoglienza in Italia rappresentano lo 0,3 per cento della popolazione. Significa che ce ne sono 3 ogni 997 italiani, e questo è un fatto, non un’opinione: perché a Matteo Salvini è concesso di dire che è un’invasione, da anni, in tutte le trasmissioni televisive, senza che nessuno lo corregga? È anche questa una colpa della sinistra divisa?

Perché la destra, dice il giornalista, cresce nelle periferie, dove le persone soffrono, e la sinistra no?

È una buona domanda, eccone un’altra: quando la sinistra rivendica il diritto di un lavoratore a essere reintegrato se viene licenziato ingiustamente, la stampa, anche quella progressista, la accusa di essere passatista. Ma se invece una forza di destra spiega allo stesso lavoratore che la colpa della sua povertà è di uno più povero di lui che ha la pelle di un colore diverso, questo viene presentato dalla stessa informazione alla stregua di un punto di vista come un altro. Come è possibile? Forse perché il razzismo infastidisce gli inserzionisti meno della difesa dei diritti dei lavoratori? Il dubbio viene.

La sinistra ha tanti problemi, tante colpe. Ha fatto scelte sbagliate, negli anni – non tutta, ma una parte di sicuro – e deve scontare molte contraddizioni. Ma se un razzista spara per la strada è colpa delle sue divisioni? Divisioni con chi peraltro dal Governo in carica finanzia i lager in Libia e mira a governare con il Berlusconi di poche righe fa, quello delle seicentomila espulsioni. È davvero accettabile che l’informazione prenda un dramma di questa portata e lo usi per fare una trasmissione come quella di ieri sera con Gruber e Damilano, intitolandola “I neofascisti e la sinistra divisa”? No, non è accettabile. E spiace che l’allure istituzionale di Grasso non gli permetta, evidentemente, di ribaltare il tavolo e di ribellarsi con più forza a questa schifezza. A questo modo immondo di commentare l’attualità, di voler sfruculiare sui rapporti tra noi e Renzi mentre ci sono persone ferite all’ospedale, e mentre metà del Paese rischia di trovarsi a pensare che sì, dopotutto cercare di ammazzarli è comprensibile, “perché la situazione ormai è intollerabile”. Quando l’unica cosa intollerabile è il clima che è stato montato ad arte da alcuni, e consentito da altri.

Vogliamo essere una forza di sinistra? Vogliamo fare, soprattutto, una cosa di sinistra? Diciamo basta a questo modo di descrivere la realtà. Perché la distorce, ed è corresponsabile, ebbene sì, delle conseguenze che così chiaramente si sono avverate in questi giorni.

L’informazione, il racconto della realtà, non è una questione che si può risolvere con l’applicazione della par condicio, troppo comodo così. Non si può mettere a confronto un Salvini che dice cose false con uno di sinistra che lo contrasta, per aver assolto il proprio compito giornalistico. Anzi, così si legittima la sua menzogna, che viene presentata come un modo di vedere le cose dentro un ampio spettro di opinioni soggettive. Il compito del giornalista non può essere quello della rete nel tennis, non se ne può lavare le mani. O almeno non dovrebbe. Altrimenti a che serve, francamente? Tanto varrebbe farne a meno del tutto.

Quindi: vogliono farci per forza discutere delle colpe della sinistra divisa? Va bene, prima però fateci discutere delle responsabilità di un’informazione che ha permesso la diffusione di idee razziste, basate su fatti inventati e non smentiti da chi dopotutto dovrebbe fare da guardiano della democrazia. Un’informazione di destra che ha fomentato l’odio, con colpe molto gravi certo, e un’informazione teoricamente progressista che quell’odio lo ha relativizzato, e con colpe non così tanto meno gravi ha contribuito a creare un Paese più cattivo, più ignorante, più violento, più diviso, più razzista. Col bel risultato che adesso c’è anche chi spara per strada.

Parliamo prima di questo, poi se resta tempo vi rispondiamo anche sul resto.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti