Così per sopravvivere in questi tempi difficili, i professionisti del discorso pubblico […] sono costretti a mentire anche più che in passato.
La menzogna non consiste tanto nel fabbricare o diffondere notizie false. La menzogna consiste nel simulare un sentimento che non c’è.
Non è un problema di scarso valore dei singoli, è un problema di dispositivo linguistico da cui ci si lascia catturare.
Immaginate di voler scrivere una lettera d’amore disinteressata, ma avete una tastiera stregata. Ogni volta che picchiate sui tasti per divulgare il vostro sentimento, la tastiera cambia le carte in tavola e comunica qualcosa di diverso. Quella tastiera è il discorso pubblico. Il discorso pubblico è concepito per tutelare i suoi fruitori. Non è al servizio di un’idea che lo trascenda, pur dovendo richiamarsi continuamente a ideali superiori per darsi fondamento. Tutela i ricchi, i privilegiati, i proprietari di casa, i lavoratori ancora in grado di pagarsi un affitto, i detentori di un reddito buono o discreto o basso, i pensionati, i cassintegrati, i consumatori con un minimo di potere d’acquisto. Non i poveri assoluti, non gli esclusi totali.
Nicola Lagioia, Esquilino. Tre ricognizioni, Edizioni dell’asino, 2017.
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