«Size doesn’t matter», dicono i nostri interlocutori estoni, quando si fa presente che è facile cambiare in un piccolo paese, fino a meno di trent’anni fa un «angolino» all’interno della infinita federazione delle repubbliche sovietiche. Per loro avere numeri così piccoli è stato insieme uno stimolo ma anche un limite, perché ovviamente la scala degli investimenti in un paese più esteso e più popoloso sarebbe molto più grande.
Certo, chi ha poca popolazione e si sente marginale, deve attrezzarsi e il «size doesn’t matter» vale anche come una sorta di rassicurazione che gli estoni danno a se stessi. E chi è piccolo e poco densamente abitato magari vive con meno assillo la questione della manodopera rispetto ad altri che sentono di averne in eccesso.
Però, per ritrovare una missione nazionale – che per gli estoni è immediatamente inserita in un orizzonte europeo – sarebbe urgente immaginare quanto stiamo diventando marginali anche noi. Quanto anche noi rappresentiamo un «angolino» – certo, grande cinquanta volte l’Estonia -, un piccolo paese se paragonato a altre economie e a altre società, soprattutto se ci affidiamo a un banale punto di vista sovranista.
Del resto, era difficile immaginare che l’Estonia potesse diventare attrattiva, ma se il mondo non va in Estonia, è l’Estonia che si muove verso il mondo, con i servizi digitali e con l’ultimo programma, l’e-Residency, la possibilità cioè di diventare cittadini dell’Estonia per operare dal punto di vista economico e commerciale. Forse l’iniziativa più controversa del pacchetto digitale che abbiamo passato in rassegna, ma in ogni caso la dimostrazione che quel programma prosegue e che vuole estendersi: urbi et orbi, potremmo dire.
Per chi è stato a lungo sotto il dominio di altri e per cinquant’anni al di là della cortina di ferro, non era affatto scontato scegliere questa «via» e immaginare di oltrepassare quella cortina con il silicio e con i servizi digitali, è stata una scelta ambiziosa e fruttuosa.
L’Estonia ha trasformato ciò che poteva diventare un comodo alibi – il suo passato, le sue dimensioni, la sua marginalità, la sua collocazione geografica lontana dalle grandi capitali europee – in una potenzialità e in un’occasione di riscatto.
Se facessimo anche noi la stessa cosa con i nostri limiti atavici, con i nostri ritardi, con tutto ciò rispetto al quale il margine di miglioramento è amplissimo, sarebbe una grande cosa.
Comments (0)