Oggi il ministro dell’inferno tocca, con il tradizionale pressapochismo, un argomento di delicatezza e complessità estreme:
Theresa May propone raddoppio tasse per imprese inglesi che assumono stranieri. Sottoscrivo! #portaaporta
Ora, oltre alle considerazioni di ordine costituzionale e di minima razionalità, va detto e ricordato che l’Italia è tra i principali paesi al mondo per emigrazione. Con la «e» iniziale. Nel Regno Unito vivono e lavorano centinaia di migliaia di italiani. Ancora di più sono i nostri connazionali in Germania. In generale, l’Italia è nei primi posti al mondo per emigrazione: il dato reale è difficile da quantificare, per la semplice ragione che non tutti coloro che emigrano si iscrivono alle liste dei cittadini italiani residenti all’estero.
La misura di May, ipernazionalistica, danneggerebbe queste persone e il danno sarebbe ancora più grave se la stessa misura fosse adottata da altri paesi, europei (all’interno della Ue sarebbe impensabile, ma sappiamo che l’opzione di Salvini è «Europa zero») e extraeuropei.
Come sappiamo, chi enfatizza l’«invasione», abitualmente tace circa l’«evasione», di capitali e anche di persone. E sappiamo anche che il luogo comune della «fuga dei cervelli» spiega soltanto in parte (una parte sempre più piccola) le ragioni di un’emigrazione che riguarda persone che non si collocano ai livelli più alti di scolarizzazione e vanno all’estero partendo da lavori molto umili, per cercare fortuna.
Non è soltanto quindi un fenomeno storico, per il nostro Paese, come peraltro la stessa legislazione italiana (voluta dalla destra) riconosce, consentendo agli italiani che risiedono all’estero da sempre o quasi di partecipare alle elezioni eleggendo propri rappresentanti. È un fenomeno attuale, ben più significativo in termini numerici e politici, di quello della migrazione verso il nostro paese. Con sovrapposizioni interessanti, perché moltissimi migranti giungono in Italia solo per attraversarla e andare altrove, verso gli stessi luoghi in cui si dirigono numerosi italiani.
Consiglio, a questo proposito, la lettura di due libri, usciti negli ultimi mesi: Enrico Pugliese, Quelli che se ne vanno. La nuova emigrazione italiana, Il Mulino e Alberto Prunetti, 108 metri. The new working class hero, Laterza.
Consentono di approfondire le questioni, non di tuittare in superficialità, solo per fare effetto.
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