Del punto di vista transnazionale abbiamo detto ieri, con Bernie Sanders e il suo appello al Guardian.
Per quanto riguarda il dibattito politico nazionale, assistiamo a varie derive. Quella nazionalista e xenofoba del governo, in cui il timbro salviniano sovrasta qualsiasi altra voce, e quella speculare della non-opposizione, la nopposizione, in un misto tra «il si fanno male da soli» e «non sappiamo assolutamente cosa fare».
Potremmo chiamarlo «poterismo»: stanno sempre al potere e quando non ci stanno danno di matto. Difendono le concentrazioni di potere, si schierano con loro e si chiedono perché le persone comuni voltino loro le spalle. Leggo curiosi editoriali in cui ci si rimprovera che chi era al governo fino a ieri ha fatto troppo poco per le persone più deboli, non ha preso di petto la questione delle disuguaglianze, si è schierato con chi deteneva il potere. Già. Chi l’avrebbe mai detto. Curioso scriverli ora, questi elzeviri fulminanti, curioso non averli mai scritti prima.
Per chi in questi anni ha provato a esprimere una posizione politica e prima ancora culturale diversa, che sapesse coniugare elementi ora contrapposti (pensiamo alla coppia uguaglianza e concorrenza leale o a quella diritti sociali e diritti civili, ora contrapposte in un aut aut), è il momento di farsi sentire.
È il momento che, come quel movimento che attraversa i laburisti inglesi, ci si organizzi non per imporsi in un campo devastato, ma per seminarlo di idee e di pratiche lontane da ciò che vediamo. Che si partecipi alla mobilitazione delle persone e si faccia un lavoro di relazione, portando il proprio contributo con convinzione e però con umiltà, riconoscendo la propria parzialità.
È un lavoro di relazione, in profondità. E di studio e di elaborazione. Che si può strutturare in campagne-obiettivo, che può esprimere elementi di un progetto di società in cui la ricchezza sia meglio distribuita e il futuro – tra ricerca e innovazione, in campo sociale prima di tutto – possa tornare di moda.
Da cittadino e da iscritto a Possibile penso che questo debba essere il ruolo di un soggetto politico, in questo momento. Se volete una traduzione italiana, perché altrimenti non ci capiamo, Possibile come corrente di movimento e di pensiero di una sinistra e di una politica da costruire.
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