80 anni fa il regime fascista promulgava le leggi razziali, espellendo dalle scuole bambine come Liliana Segre, che allora aveva 8 anni. Lo ricorda con grande lucidità Francesco Foti.
A Lodi la giunta della Lega espelle i bambini di origini straniere – benché in molti casi nati in Italia – dalle mense e dal servizio di trasporto pubblico, con una delibera capziosa e discriminatoria, per cui le famiglie straniere devono presentare una serie di documenti circa la situazione patrimoniale dei loro paesi d’origine, documenti difficili da reperire, in molti casi: se non li presentano, scatta l’aliquota più alta, quella a cui sono tenute le famiglie molto benestanti, una retta impossibile da sostenere per nuclei familiari indigenti. I bambini sono separati, all’ora di pranzo, da una guardia, come in un film sull’apartheid. E il rischio più grande è che quei bambini non vadano più a scuola. Espulsione di fatto, come «di fatto» sono i respingimenti nel mare Mediterraneo (illegali, secondo la Convenzione di Ginevra, nella sua parte dedicata ai rifugiati che è stata redatta proprio in risposta alle enormità e ai genocidi della seconda guerra mondiale).
A Monfalcone vietano l’accesso alle scuole dell’infanzia se si supera la soglia del 45% di bambini di origini straniere. Figli di operai, se sono oltre il tetto sono costretti a cercarsi un altro asilo, distante, in alcuni casi irraggiungibile per famiglie che non hanno mezzi sufficienti. Anche questa è un’espulsione. Il presidente leghista della Regione si è detto convinto che il modello Monfalcone vada esteso a tutto il Friuli-Venezia Giulia. E lì non c’è nemmeno bisogno dei servigi del M5s.
Nel frattempo, Di Maio, il Salvini campano, si allinea al suo collega vicepremier e spiega che il “reddito di cittadinanza” andrà solo agli italiani, dimenticandosi della Costituzione e del Testo Unico sull’immigrazione, che definisce molto precisamente la questione. Lo stesso reddito di inserimento pone condizioni molto chiare, non discriminatorie, per regolamentare l’accesso al contributo per chi vive, lavora e paga le tasse in Italia da anni, in un regime di rigorosa legalità. L’eccesso di propaganda di sicurezza, in questo come in altri casi, produce il suo esatto contrario. E ciò accade fin dai tempi in cui la Lega votava la Bossi-Fini. Più «sicurezza», meno legalità.
Gli esponenti del M5s la pensavano come noi, fino a ieri: da quando si sono sposati con Salvini, hanno acquisito la cittadinanza leghista.
Speriamo che i costituzionalisti più militanti, finora silenti, vogliano dire qualcosa.
Lunedì arriva il decreto Salvini-Bonafede sulla sicurezza, per cui si è già mobilitato il mondo della buona accoglienza, come Ciac Onlus, una delle migliori esperienze a livello europeo, che ha promosso questa petizione. Vale la pena di leggerne il contenuto, che analizza in poche righe il contenuto della bozza circolata in queste ore:
Aumento dei contenziosi giudiziari, crescita della presenza di irregolari sul territorio italiano ed estensione della rete dei centri di accoglienza straordinaria, il sistema emergenziale che negli ultimi anni è stato più soggetto ad abusi. Saranno queste le conseguenze del decreto immigrazione presentato dal Governo che mira a stravolgere il diritto di asilo in Italia abrogando, di fatto, il riconoscimento umanitario e restringendo il sistema degli Sprar.
L’obiettivo è colpire al cuore che funziona bene, smantellando il sistema di accoglienza e protezione che, rispettando la costituzione italiana, garantiva diritti a chi scappa da guerre o soprusi. Il tutto per un mero scopo elettorale, senza considerare che queste scelte porteranno gravi ripercussioni non solo sui richiedenti asilo, ma anche sulle comunità sociali dove viviamo.
Non resteremo inermi davanti allo stravolgimento del diritto di asilo e allo smantellamento del sistema pubblico di accoglienza. Un progetto che, se attuato, cancellerà diritti costituzionali e porterà centinaia di persone in strada senza un vero progetto di vita.Siamo pronti a opporci con risolutezza e con ogni mezzo a queste proposte demagogiche e pericolose.
Per questo abbiamo lanciato la campagna “DIRITTI, NON PRIVILEGI”, con l’obiettivo di chiamare a raccolta tutti quelli che hanno a cuore il futuro della nostra società. Enti locali, associazioni, mondo del volontariato e semplici cittadini sono chiamati a mobilitarsi per tutelare i diritti di tutti.
I leghisti, grazie alla collaborazione del M5s, stanno realizzando un progetto discriminatorio, ad ampio raggio.
Quando nel 2009 scrissi Regione straniera, ai tempi della giunta Formigoni, quando Salvini e i suoi già governavano con Berlusconi e i suoi, denunciavo la xenofobia istituzionale, che allora prendeva di mira l’accesso ai trasporti e alle case, i kebab e il call center. Dopo dieci anni, se la prendono con i bambini, con gli ultimi, con chi non ce la fa, all’insegna del noi e loro», la matrice di ogni razzismo.
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